Politica

Governo M5S-Lega, si allontana la crisi di governo sulla Tav. Ecco perché

Alberto Maggi

Governo M5S-Lega, il premier Conte lavora ad un difficile compromesso nella maggioranza. Eccolo

Si vede la luce in fondo al tunnel. E non è il tunnel della Tav Torino-Lione. All'indomani della giornata più difficile per il governo M5S-Lega, quando la parola crisi è stata utilizzata non come improbabile rumor ma come ipotesi concreta, fonti qualificate di entrambe i partiti della maggioranza segnalano una timida schiarita e, seppur con tutte le cautele del caso, probabilmente la crisi di governo si allontana. Anche se non è affatto scongiurata, viste anche le parole di Matteo Salvini in conferenza stampa ("Siamo tutti nella mani del buon Dio non c'e' niente di certo"). Prima di tutto ci sono molti provvedimenti, sia dei 5 Stelle sia della Lega, che devono essere approvati nelle prossime settimane, primi fra tutti il Decretone (reddito di cittadinanza e quota 100) e la legittima difesa (senza dimenticare l'autonomia regionale). Senza dimenticare che il 20 marzo il Senato vota sull'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno per il caso della Diciotti. Il parere della Giunta non è vincolante e, quindi, senza il sostegno dei pentastellati Salvini andrebbe a processo.

Un punto fondamentale per entrambi i partiti di governo, soprattutto in vista delle cruciali elezioni europee del 26 maggio. Nel merito della Tav, poi, il presidente del Consiglio sta trattando direttamente con le autorità francesi e con la Commissione europea per giungere ad una posizione comune che chieda di rivedere l'intero progetto. E, sottolineano fonti pentastellate, aperture in tal senso da Parigi, anche se ancora parziali, sono già arrivate. L'impegno formale a procedere con una revisione dell'opera consentirebbe all'esecutivo di far partire i bandi lunedì 11 marzo, per evitare le onerosi penali, anche gli stessi bandi potrebbero già contenere l'ipotesi di un cambiamento nelle prossime settimane rispetto al piano originario.

Tanto che in queste ore Palazzo Chigi sarebbe impegnato proprio a capire tecnicamente e giuridicamente come adattare l'ok ai bandi al probabile mutamento dello scenario. Non solo. Gli stessi bandi (fortemente voluti dalla Lega che ha già detto che non voterà mai lo stop), per venire incontro alle richieste dei pentastellati potrebbero contenere la clausola che, attraverso i soldi risparmiati con la revisione della Torino-Lione, verranno finanziati nuovi progetti in Piemonte e, in particolare, l'ampliamento e il miglioramento dell'autostrada Asti-Cuneo, ferma ormai da diversi anni.

Si aprirebbe poi una spazio di qualche mese per studiare con la Francia e con l'Unione europea (che potrebbe cambiare colore politico a breve) come procedere per migliorare il collegamento tra Torino e Lione superando il progetto attuale della Tav. Una soluzione potrebbe essere quella di raddoppiare l'attuale passaggio tra Italia e Francia oppure intervenire sul Frejus. Il premier ha tempo fino a lunedì - Salvini ha annunciato che non ci saranno altri vertici nel weekend - per trovare il giusto compromesso che non scontenti i due partner di governo e che consenta alla maggioranza di andare avanti. Fondamentale il dialogo con Parigi e in molti ora capiscono perché, soprattutto Di Maio, abbia sotterrato l'ascia di guerra con Macron dopo le tensioni sui gilet gialli.