Politica

Alfano: la collaborazione con il Pd è finita

"Accettiamo il 5% e aggreghiamo il centro"

"Appoggiamo ancora il governo insieme al Pd? Noi siamo stati leali e, anche se siamo stati malripagati, sì, torneremo a essere leali all'Italia. Anche se non abbiamo ottenuto dal partito con cui abbiamo lavorato (il Pd ndr) la stessa lealtà. Continuiamo a sostenere il governo Gentiloni, non faremo ostruzionismo sulla legge elettorale, e accettiamo la sfida alla soglia del 5% della legge elettorale. Però consideriamo conclusa la nostra collaborazione col Pd". Angelino Alfano va al contrattacco. Non gli è andato giù che Renzi gli abbia detto "è stato il ministro di tutto, e non riesce a superare il 5 per cento, non possiamo bloccare tutto per lui" e in una conferenza stampa il leader di Alternativa popolare spiega la nuova strategia del suo partito, dopo l'accordo sulla legge elettorale tra Pd, Fi e M5S che li ha tagliati fuori. E, soprattutto, non smentisce affatto ciò che i suoi deputati hanno raccontato a Repubblica, e cioè che da febbraio Renzi avrebbe chiesto agli esponenti Ap di far cadere il governo Gentiloni. Vicenda che ha scatenato l'alzata di scudi del vice-presidente della Camera, il grillino Luigi Di Maio: "Renzi è pericoloso ed eversivo".

Ma intanto, la legge elettorale secondo le ultime promesse di Alfano. "Non presenteremo emendamenti fondamentali alla legge elettorale con modello tedesco, non faremo ostruzionismo e va bene anche la soglia del 5%. Ma che adesso cominci tutto quello che c'è da fare" sottolinea il ministro degli Esteri in carica. E al segretario dem rinnova la domanda: "Dica con chiarezza se vuole far cadere Gentiloni". E anche, più pungente. "La domanda è semplice ma rende nervoso Renzi. Il segretario del Pd vuole fare cadere il governo Gentiloni, cioè vuol far cadere il terzo governo a guida Pd in quattro anni? Noi come Ap non lo vogliamo. La domanda è semplice, speriamo che anche la risposta sia semplice". E Alfano va oltre: "Sì, ci stanno provocando ma ora, grazie a quella soglia, ora abbiamo messo il turbo. Vogliamo riaggregarci, creare "grande soggetto moderato, liberale e popolare", "e i sondaggi dicono che potremmo sfondare il 10 per cento", così ancora Alfano. La tessitura sarà curata dal capogruppo alla Camera Maurizio Lupi.
 
E si torna alla legge elettorale. "La voteremo, presenteremo solo due emendamenti: uno che ripristini parte delle preferenze perchè oggi il 100 per 100 sono nominati dai partiti, noi invece vogliamo che nella metà proporzionale possano decidere i cittadini. Poi chiederemo un premio per la governabilità", così Alfano. "Però vorrei che sia chiaro che per noi il voto alla legge elettorale non ha alcun nesso con le elezioni anticipate. Approvarla non vuol dire che il giorno dopo si scioglie il Parlamento".

Scontro alfaniani-Renzi-M5s. Gli alfaniani raccontano a Repubblica che "da febbraio Renzi ci chiede di far cadere il governo Gentiloni" e il ministro e loro leader Alfano non smentisce affatto. "Pizzolante (il deputato intervistato ndr) è una persona seria e non mente. Quindi non solo non lo smentisco ma sottolineo che è da quando è nato il governo Gentiloni che sulle rassegne stampa legge di una certa agitazione del Pd". E, nonostante la netta presa di distanza del fedelissimo renziano Lorenzo Guerini ("Renzi avrebbe chiesto la fine di questo governo? No, non è assolutamente vero")

sono i grillini a fare la voce grossa. "Se ha chiesto agli alfaniani di far cadere il governo Renzi è davvero un uomo pericoloso, c'è uno scenario eversivo e inquietante", così il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, "è insopportabile avere il Paese sotto ricatto di Alfano e di Renzi. Se l'ex premier ha chiesto al partitino di Alfano di far cadere Gentiloni per avere in cambio una legge elettorale su misura è la dimostrazione che questo personaggio non sa cosa sia la democrazia. E' pericoloso".