Politica
Governo, rimpasto dopo le Europee. A FdI un ministero della Lega e uno di FI
Meloni capolista alle Europee per sfondare il 30%. Poi rimpasto. Tutti i nomi. Inside
Adolfo Urso commissario europeo e il ministero delle Imprese resterà a FdI. Il piano di Meloni
Giorgia Meloni vicina alla decisione di scendere in campo direttamente alle elezioni europee come capolista di Fratelli d'Italia in tutte le circoscrizioni. Obiettivo fare il pieno di voti e arrivare e anche superare quota 30%. La presidente del Consiglio - spiegano fonti di FdI - è stanca dei continui distinguo e tira e molla degli alleati, una volta Matteo Salvini e l'altra Antonio Tajani. E quindi il progetto è quello di imporsi nettamente come forza trainante del Centrodestra lasciando molto distanti Lega e Forza Italia. Una strategia non semplice, rischiosa, ma che la premier intende portare avanti per poi accelerare sulla riforma istituzionale dell'elezione diretta del premier, mitigando l'autonomia regionale leghista.
Subito dopo le Europee si aprirà inevitabilmente il tema del rimpasto di governo, anche perché Meloni vuole un commissario economico di peso per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso (ecco perché si oppone a Mario Draghi presidente della Commissione europea, ipotesi che ovviamente priverebbe all'Italia di un commissario). Nei piano della presidente del Consiglio, in caso di forte aumento del consenso elettorale e di un ridimensionamento degli alleati, ci sono anche due dicasteri ora in mano al Carroccio e agli azzurri. E sono il ministero dell'Istruzione guidato da Giuseppe Valditara (Lega) e quello della Pubblica Amministrazione con alla testa Paolo Zangrillo (Forza Italia).
Due poltrone in più per Fratelli d'Italia (che terrebbe anche il dicastero di Urso) e uno in meno a testa per Salvini e Tajani. Di nomi ne circolano parecchi. Ad esempio la promozione a ministro dell'Istruzione di Paola Frassinetti, attuale sottosegretario di Valditara ed esponente storica di Fratelli d'Italia. Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione si fa il nome di Marco Osnato, presidente della commissione Finanze della Camera. Per la Pubblica Amministrazione si fa il nome di Elena Donazzan, attuale assessore alle Pari Opportunità del Veneto.
E Salvini e Tajani come la prenderebbero? "Non possono fare nulla. Se Meloni supera il 30% può andare al voto e ridurre gli alleati ai minimi termini in Parlamento. Si adegueranno, come ha fatto la Lega in Sardegna convergendo su Truzzu con qualche mugugno", spiegano fonti di FdI. Insomma, Meloni tenta il colpaccio alle Europee non solo per comandare in Europa, vista l'intesa sempre più forte con Ursula von der Leyen e l'ok al bis della presidente uscente, ma anche per acquisire ulteriori potere in Italia e sull'azione del governo.