Politica
La scissione di Grillo, tiene il simbolo e trasforma il M5s in fondazione. Riparte da Raggi e Di Battista
Il fondatore è pronto a tutto: "Meglio che il M5s finisca in una teca piuttosto che lo abbia Conte". Si va verso una battaglia legale
M5s, Grillo pronto a tutto. Vuole sfidare Conte in tutte le sedi: anche in tribunale
Beppe Grillo ieri ha lanciato il suo ultimo attacco a Giuseppe Conte prima del voto decisivo degli iscritti previsto dal 5 all'8 dicembre. Se passerà la linea dell'ex premier e si arriverà al 50% più uno degli iscritti, da subito scatterà la scissione. Da tempo Grillo studia con i suoi avvocati come fare per riavere il simbolo del M5s. Passaggio per lui imprescindibile, non solo per indebolire Giuseppe Conte ma anche - riporta La Repubblica - per avere la libertà, in un futuro neanche troppo lontano, di utilizzarlo ancora come crede. "Meglio che finisca in una teca piuttosto che lo abbia Conte", dice il garante ai fedelissimi che gli sono rimasti accanto. Non sono tanti, si contano sulle dita delle mani e tra loro ci sono sicuramente l’ex ministro Danilo Toninelli e l’ex sindaca Virginia Raggi.
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Ma il suo principale obiettivo è quello di ricucire con Alessandro Di Battista e affidare a lui la rinascita. Per adesso però - prosegue La Repubblica - Grillo e Di Battista parlano pochissimo, ma sia da un lato sia dall’altro ci sarebbero ambasciatori al lavoro per una ricucitura. In fondo se si tornerà al voto nel 2027 c’è ancora molto tempo a disposizione. "La fondazione M5s potrebbe sostenere il partito di Di Battista", immagina qualcuno. Per adesso si tratta di scenari di là da venire, ma in costruzione come lo è attualmente il vecchio sito del movimento. "Farà qualcosa", è l’opinione di chi ormai crede che sia possibile ripartire da un simbolo, "che è di Grillo al 100%".
Fino a domenica il garante attenderà l’esito della votazione che lui ha chiesto di ripetere, poi è pronto a scatenare l’inferno nelle aule dei tribunali. Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera del M5s attacca Grillo: "Il voto ora è tra chi vuole questo e chi sta strutturando il Movimento per i prossimi 15 anni. Poi c’è chi spera che l’astensione per far fallire il quorum possa cambiare le cose ed è davvero brutto per la nostra storia. Da lunedì in un modo o nell’altro questo stillicidio deve finire, il Movimento deve concentrarsi sulle sue battaglie, basta con le questioni interne".