Politica

Mattarella? Ho sognato un discorso diverso, poi è arrivato il presidente e...

Lettura semiseria, ma non troppo, del discorso di Capodanno del presidente Mattarella: dal vaccino al caso Regeni alla politica...

Di Simone Rosti

Ho sognato stavolta, vista la peggiore crisi in corso dal dopoguerra, un discorso diverso. Ho sognato stavolta, nell’ultimo anno di questo settennato presidenziale, di sentire qualche meritata picconata. Poi è arrivato Mattarella, ha detto le cose che dice da sei anni, e che hanno sempre detto tutti i suoi predecessori (a parte una parentesi veloce del “picconatore”). Ovvero il solito armamentario di ovvietà seppure contestualizzate nella nuova stagione pandemica.

Proviamo a riepilogarle. Orgoglio Italico, ormai fuori tempo, l’Italia è sempre più marginale. Ripartenza, ma anche prima della pandemia eravamo costantemente a parole in una fase di ripartenza che poi non c’è mai stata, per questo siamo da decenni su un irreversibile piano inclinato. Responsabilità, ma di chi? Della classe politica più scarsa di sempre? Unità, si torni al punto precedente. Inno ai giovani, ignorando che le iniziative economiche in corso a furor di bonus (quindi a tasso nullo di innovazione e sviluppo) sono tutto fuorché a favore dei giovani, anzi sono a carico dei giovani stessi.

Oltre al mio sogno infranto, c’e poi stato un clamoroso silenzio: quello su Regeni, soprattutto dopo l’incredibile presa di posizione della procura egiziana di qualche giorno fa volta a screditare le indagini italiane e lo stesso Regeni.

Mattarella ci ha poi detto che si vaccinerà, bene! Magari però poteva sferzare il governo, per evitare che non ci siano le dosi per chi si vuole vaccinare come successo col vaccino antinfluenzale. Dimenticavo, nemmeno stavolta sono mancati gli inutili e innumerevoli tweet e commenti sul discorso presidenziale da parte del circo polito mediatico.

Forse il discorso più bello sarebbe stato solo un minuto di silenzio in memoria delle vittime del covid, e per una volta ci saremmo evitati il solito fiume di parole e contro parole che già dal primo gennaio vengono solitamente cestinate.