I dolori del non più giovane Giorgio (Cremaschi)
Giorgio Cremaschi un sindacalista contro i sindacati
Giorgio Cremaschi è stato un alto dirigente dell’ala più dura e intransigente del sindacato Cgil con la carica di presidente del comitato centrale della Fiom e iscritto al Partito della Rifondazione Comunista.
Nel 2014 sfida la segretaria generale Susanna Camusso e ne risulta sconfitto con la sua mozione anticapitalista.
Nel 2015 lascia polemicamente la Cgil e lo ritroviamo nel 2016 in orbita Cinque Stelle come diversi altri “intellettuali” in cerca di un ruolo e di un po’ di visibilità ormai inesorabilmente persa.
Intendiamoci, non c’è niente di male che Cremaschi si sia avviato verso la nobile arte ecologica del riciclo ma il problema è che lo ha fatto con un soggetto sbagliato e cioè Grillo che notoriamente ha una profonda avversione contro i sindacati e sarebbe per fare -se potesse e se giungesse al potere- una “Camera dei Grilli e delle Corporazioni” di chiara ispirazione del tempo che fu.
Dunque il povero Cremaschi si è ritrovato in mezzo alla bagarre dopo l’ennesima uscita anti - sindacale di Grillo sulla “disintermediazione dei rapporti di lavoro” e si è dovuto difendere.
Ma la pezza -come si suol dire- è stata peggio del buco.
Oggi sul Corriere della Sera ha rilasciato una intervista in cui cerca di discolparsi e afferma di essere stato contattato da Grillo solo “in veste di esperto” e nulla di più”.
Intanto ha pubblicato un post sul blog dei Cinque Stelle riproponendo un suo vecchio pallino di un progetto di legge di riforma del sindacato con “iscrizioni libere, finanziamento solo tramite quote degli iscritti e non più da enti bilaterali e imprese, e, infine regole ferree sui distacchi sindacali”.
Cremaschi dice oggi che sei grillini “vogliono essere coerenti con l’idea di una democrazia diretta” devono optare per un sindacato più democratico.”
Successivamente è uscito un post di Grillo sul tema del lavoro con annesso “video peana” di Cremaschi.
Naturalmente Cremaschi si guarda bene nel video da entrare nel merito della polemica sorta sulle parole di Grillo sulla necessità di abolire i sindacati anzi attacca quelli che definisce sindacati antidemocratici.
Il sospetto più che legittimo è che lo faccia perché poco più di un anno fa lo hanno fatto fuori.
Sarebbe troppo chiedere a questi signori che si atteggiano ancora a comunisti duri e puri un minimo di autocritica e soprattutto di coerenza?
Come fa un sindacalista che ha guidato la più forte organizzazione sindacale, quella dei metalmeccanici, a non criticare un attacco di questa portata ai sindacati?