Politica
Il “Governo del ricatto” se ne vada
Di Marco Giannini
Il cittadino italiano non ha molto tempo da dedicare ai trastulli dei politici, quindi non ama le faccende troppo complesse e quando si tratta di esprimere una croce su un simbolo entra nella cabina elettorale ed agisce in modo istintivo: “Chi voto? Basta con i soliti”.
Negli ultimi mesi, caso mai non ve ne foste accorti, siamo passati dal “governo del cambiamento” “al governo del ricatto”: O governiamo noi progressisti o i mercati, sicari di Bruxelles, alzano lo spread e falliamo (a questo punto aboliamo la Democrazia visto che essa si esercita votando...).
Di fronte a questa evidente violazione della Costituzione, come popolo italiano, i nostri partiti tutti dovrebbero marciare (metaforicamente) compatti su Bruxelles, chiedendo una uscita concordata dalla Moneta Unica perdimostrata incompatibilità con la Democrazia.
E se all’elettore girassero le scatole proprio per questo (fermo restando le peculiarità umbre)?
E se l’intuito più bestiale dell’elettore gli facesse comprendere che c’è uno stretto nesso tra la corruzione locale e la democrazia assassinata? Oettinger affermò candidamente che “i mercati insegneranno agli italiani a votare”.
Meno impulsivamente e più analiticamente si comprende che questo nesso è il muro di gomma (di retorica) tipico dei progressisti.
Stiamo andando in contro a un’altra crisi economica ferocissima? Non preoccupatevi vi parleranno delle magnifiche sorti progressive dell’“Europa”, dell’Amazzonia che brucia (lo fa da 50 anni), del riscaldamento globale (idem), del fascismo, dei migranti, della tassa sul diesel per migliorare (secondo loro) l’ambiente, della tassa sulla sigaretta elettronica e sullo zucchero per migliorare (secondo loro) la nostra salute (sic!), degli immancabili diritti civili, del muro in Messico ecc ecc.
Chi a marzo 2018 votò 5s e Lega si opponeva a questa vomitevole melassa eppure se l’è ritrovata di nuovo nel piatto! Vero che Salvini ad agosto ci è andato giù di Mojito ma da lì a rimettere al Governo “i soliti” ce ne passava.
Chi sono quindi i soliti? Sono quelli che umiliano la sostanza con la forma! Sono coloro che trasformano i fatti in chiacchiere! Quelli che cambiano nome (etichetta) ad una cosa e ti dicono che ora è un’altra cosa! I soliti possono anche essere neoeletti in forze politiche nate recentemente ma non puoi confonderli a lungo perché prima o poi compiono operazioni così rapide e così sfacciate (trattandoci da cretini) che definirle di “trasformismo” è un eufemismo: No alleanze Sì alleanze, No vaccini Sì vaccini, No euro Sì euro, No Bibbiano Sì Bibbiano (un quarto d’ora dopo), No Fiscal Compact Sì Fiscal Compact, No pareggio di bilancio Sì pareggio di bilancio, uno vale uno decide tutto uno, Bella Ciao mescolata al migrante e perfino condita con Greta ecc ecc ecc.
I soliti sono anche quelli che perdono le elezioni (il PD e LeU) ma ogni volta governano e non li scolli di lì nemmeno con le cannonate, i soliti sono quelli che si prestano(i 5s) a far rientrare dalla finestra chi è stato cacciato a pedate dalla porta (del seggio) cioè il PD e LeU, i soliti sono quelli che promettono il cambiamento (ad esempio in UE-M) e poi finiscono per fare ciò che ordinano “le lobbies”, i soliti sono quelli che fanno altissimi ed inconsistenti discorsi sulla pace, sull’ecologia, sulla cultura, possibilmente preceduti da autorevoli pause e preferibilmente dotati di toni gutturali e quindi (secondo certe menti) credibili!
Orge di retorica mentre il processo di “glebalizzazione” (cit. Fusaro) procede spedito.
In conclusione?
In conclusione tre conclusioni.
1) Per quanto legittimo, costituzionalmente parlando, questo governo gli italiani non lo volevano; dopo mesi di risse tra i fichiani del “politically correct” del 5s e la Lega, la gente voleva dire la sua e non certo ritrovarsi Renzi, Zingaretti, Speranza, il bollitissimo Di Maio e Dottor Jekyll (Conte 1)/Mister Hyde (Conte 2) a dare lezioni di lana caprina (caro m5s cestinatelo prima che lo faccia lui con voi).
2) Ancora meno i cittadini hanno digerito un Movimento che si professava equidistante tra destra e sinistra ma che mentre con la Lega parlava al massimo di contratto, col PD ha calato le braghe per una fusione ideologica! Si è proprio avvertito che il 5s non vedeva l’ora di rivelarsi progressista ed infatti ne ha immediatamente incamerato il lessico radical chic come gli fosse sempre calzato (basta ascoltare le dirette parlamentari…).
A meno di miracoli (Di Battista) difficilmente i pentastellati potranno riconvincere gli italiani di essere “Oltre” gli schemi tradizionali e di non fingere solamente.
Un outing progressista incancellabile dalla mente di chiunque (salami a parte) ancor più grave visto che tutti abbiamo ben chiaro di come i fucsia, in pochi anni, abbiano macellato non solo il tessuto produttivo ma ancor peggio le nostre tradizioni, le nostre radici (vero Beppi Grillo?) sostituendole col fucsia importato da Killer-y Clinton...
3) Il Governo quindi deve andare immediatamente a casa e chi deve staccare la spina è proprio il MoVimento 5 Stelle. In caso contrario i grillini non la faranno franca, non ci sarà scusa, non ci sarà stucchevole tatticismo ad evitargli l’estinzione (assorbito dal PD).
Il M5s è pienamente consapevole che si condannerà alla fine se sceglierà di obbedire al solito Mattarella, e se lo farà potrà essere solo perché il vertice è stato ricattato o perché il M5s non opera per sé ma per qualcun altro.
Le lobbies finanziarie, infatti, mirano a mantenere artificialmente in vita questa legislatura decotta eleggere un Presidente della Repubblica a loro congeniale (uno dei soliti)...