Politica
Immigrazione, Iwobi (Lega): "Ecco come si può collaborare con il Pd"
Intervista di Affaritaliani.it a Tony Iwobi, senatore di colore del Carroccio sul tema immigrazione e Lega al governo
L'immigrazione e la gestione degli arrivi sulle coste italiane rischia di essere un tema delicato per il governo Draghi, con la difficile convivenza tra Matteo Salvini e il Partito Democratico. Affaritaliani.it ha intervistato Tony Iwobi, capogruppo della Lega in Commissione Esteri al Senato e primo senatore di colore nella storia della Repubblica. Ecco come, secondo l'esponente del Carroccio, è possibile trovare un punto di intesa tra la posizione della Lega e quella del Pd e della sinistra.
L'INTERVISTA
Che cosa chiede la Lega alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese sul tema immigrazione e sicurezza?
"Siamo tutti chiamati alla responsabilità verso il Paese, a cui Matteo Salvini ha risposto egregiamente, con il buonsenso sempre per il bene dell'Italia e degli italiani. Con lo stesso spirito ci aspettiamo un cambio di rotta e cioè una corretta gestione dell’immigrazione, ovviamente rispettando innanzitutto le normative europee come ho in questi anni auspicato e chiesto nel rispetto della dignità umana e degli immigrati regolari residenti nel nostro Paese, che sono circa 6 milioni tra cui più di un milione con la cittadinanza italiana e che hanno contribuito al 9% del PIL del nostro Paese. Un vero atto di responsabilità verso il Paese, verso l'Unione europea e soprattutto verso gli stessi immigrati. Parola di un immigrato che ero e che sarò sempre, nonostante la mia nuova Patria Italia, che sono orgoglioso di servire grazie alla Lega di Matteo Salvini".
In che cosa consiste il cambio di passo chiesto da Matteo Salvini?
"Ho sempre sostenuto che per vincere la partita devi scendere in campo e giocarla ed è quello che ha fatto Matteo Salvini, scendendo in campo per il bene collettivo, dimostrando una grande maturità politica, credibile e duratura soprattutto per il bene collettivo. Una decisione che ho sempre auspicato e alla quale ho creduto, perché l'Italia deve tornare ad avere un ruolo fondamentale in Europa e deve essere pronta a spendersi anche grazie alla Lega. Che, ricordo, è saldamente il primo partito italiano: la nostra forza sta nel mettere al centro i cittadini italiani e tutelare il loro lavoro, la loro salute e sicurezza e agevolare lo sviluppo economico tutelando anche chi crea ricchezza".
Esistono punti di contatto con il Pd sul tema immigrazione?
"Quando si tratta di unità politica per il bene dell'Italia, particolarmente in questo periodo di grande sofferenza sanitaria, sociale ed economica, credo che i punti di contatti devono essere univoci: il bene e la ripresa del Paese, poiché nessuna ideologia politica può sovrastare il bene collettivo, particolarmente in questo momento di grande sofferenza. Il Paese viene prima di tutto. Credo che questo sia lo spirito che ha spinto Matteo Salvini a dare indiscriminatamente la sua adesione alla chiamata del Capo dello Stato e al progetto Draghi".
Quale può essere il punto di caduta per trovare un'intesa?
"Implementazione del modello Lega sulla rete di cooperazione internazionale soprattutto con i Paesi di provenienza; il dialogo a livello locale con le comunità di stranieri integrati (azioni già in atto con riscontri positivi) e infine, politica di promozione di incontri e convegni a livello nazionale con le comunità straniere integrate e le rispettive ambasciate a livello istituzionale, incentivando l’immigrazione di qualità nel nostro Paese come accade in altri Paesi europei".
Dal governo Draghi vi aspettate una politica atlantista?
"Credo che il presidente Draghi si sia già pronunciato in tal senso, così come la Lega di Matteo Salvini al di là di chi sia il presidente degli Stati Uniti. La politica atlantista deve andare oltre il pensiero del singolo presidente di turno nel rispetto della democrazia e della libertà dei popoli".
L'alleato principale per la Lega sono sempre gli Usa nonostante non ci sia più Donald Trump ma Joe Biden?
"Fin dal governo Conte I, con l'ex ministro degli Esteri Moavero, in veste di vicepresidente della Commissione Esteri del Senato ho sempre chiesto che l'Italia ripristinasse la sua immagine all'estero tornando a contare, in quanto è uno dei Paesi più industrializzati del mondo. L'Italia deve conquistare il suo spazio di centrale importanza per far sentire la propria voce con decisioni che sappiano contemplare competitività ed equità, nel rispetto del nostro tessuto socio-economico. Questo vale anche in Europa".
Che cosa pensa la Lega dell'ipotesi di rinnovare le sanzioni alla Russia?
"La Lega è sempre stata sensibile alla politica che rispetta la libertà, la democrazia e il rispetto della dignità umana. Con questo spirito, i nostri parlamentari europei si sono espressi in merito”.