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Politica
In Romania torna il fantasma del comunismo. L'omicidio di Gheorghe Ursu: assolti i due torturatori della Securitate
Nicolae Ceausescu (foto Lapresse)

In Romania torna il fantasma del comunismo. L’omicidio di Gheorghe Ursu: assolti i due torturatori della Securitate

Una sentenza della Corte suprema della Romania ha fatto indignare questi giorni l'intera opinione pubblica, provocando anche reazioni internazionali. L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia, giacché di essa si tratta, si è pronunciata da poco sul caso del dissidente Gheorghe Ursu, l'ingegnere torturato e ucciso dalla Securitate ormai nel lontano novembre del 1985, quando era in arresto. Vediamo dunque chi era Gheorghe Ursu e come si è giunti all’eclatante sentenza del 27 luglio 2023, in base alla quale i suoi torturatori, Vasile Hodiș e Marin Pârvulescu, ex ufficiali della Securitate, sono stati assolti.

Noto dissidente rumeno, intellettuale e poeta, Ursu è entrato nel mirino della Securitate pochi mesi dopo il catastrofico terremoto del 1977, quando Nicolae Ceaușescu aveva dato il criminale ordine di fermare i lavori di consolidamento edilizio nella capitale, Bucarest. Infatti questi lavori inevitabilmente andavano ad impattare sull’aspetto estetico della città a scapito della sicurezza.

In seguito all’ ordine, Gheorghe Ursu ha continuato a consolidare a spese sue alcuni palazzi danneggiati dal cataclisma, giacché essi rappresentavano una vera e propria minaccia per la vita degli abitanti. Il possesso di un diario intimo, in cui egli criticava il regime, di cui la Securitate è venuta a conoscenza tramite la denuncia di una sua collega, nonché l'invio –sempre da parte del dissidente- di proteste sugli abusi del regime di Ceaușescu alla Radio Europa Libera, hanno portato al suo arresto nel 1985. Gheorghe Ursu fu arrestato Il 21 settembre e circa due mesi più tardi, il 17 novembre, suo figlio, Andrei Ursu, venne informato dalla Securitate che suo padre era già deceduto. Il fascicolo di Gheorghe Ursu è rimasto sul tavolo del tribunale per ben più di 33 anni, continuamente rinviato o addirittura bloccato. Tutti questi ostacoli legali, nonostante le prove che dimostrano la colpevolezza degli assassini, hanno portato suo figlio, Andrei Ursu, a ricorrere pubblicamente per due volte allo sciopero della fame. A seguito di queste azioni, il fascicolo è arrivato all'Alta Corte di Cassazione e Giustizia soltanto nel 2019. D’allora ad oggi, la decisione ha subito altri 28 rinvii.

L'assoluzione dei due torturatori della Securitate continua tuttora a suscitare veementi reazioni nell’opinione pubblica. La sentenza è stata ugualmente biasimata in questi giorni da politici, esponenti della società civile, storici e politologi, che hanno dimostrato che il verdetto emesso sfida l’evidenza delle prove, assolve la Securitate dalla sua responsabilità e dai crimini commessi, offendendo la memoria di tutte le vittime del regime comunista.

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