Politica
L'archistar Fabio Novembre al PD: "Si allei con Moratti per vincere"
"Moratti campionessa in grado di farci arrivare alla svolta che aneliamo". Dopo Nando Dalla Chiesa e Alessandra Kustermann, è nato un fronte radical-chic
Fabio Novembre, il consiglio al PD: "Si allei con Moratti per vincere"
“La Lombardia ha bisogno di un profondo cambiamento, di essere guidata da un presidente che, dopo 30 anni, non sia più di destra. E Letizia Moratti è l’unica che può farci vincere”.
Lo dice chiaro e tondo, in un’intervista sul dorso milanese di Repubblica, Fabio Novembre, architetto e designer. Novembre parla “di una proposta concreta che punta a costruire”. Insomma offre una ricetta per il PD che, secondo il designer, dovrebbe appoggiare Letizia Moratti.
Fabio Novembre: "Moratti campionessa in grado di farci arrivare alla svolta che aneliamo"
Nel proseguo dell’intervista, Novembre non nasconde la sua appartenenza a sinistra (“Ho sempre votato PD) e la sua preferenza per Pisapia alle amministrative del 2011: “Ma perché – aggiunge - Moratti fece l’errore di attaccare troppo direttamente il suo sfidante. Ma non è solo questo il motivo. Nonostante la stimassi molto, pensavo che, allora, Milano avesse bisogno di un cambio di rotta deciso e di quel sindaco di sinistra che, dopo un ventennio di Lega, Forza Italia e An, sognavamo. Ecco, oggi in Lombardia viviamo la stessa situazione ma rovesciata: la destra sembra quasi impossibile da scalzare, ma finalmente abbiamo lapossibilità di vincere. Con Moratti come campionessa in grado di farci arrivare alla svolta che aneliamo”.
Lombardia, Dalla Chiesa apre a Moratti
Il centrosinistra deve appoggiare la candidatura di Letizia Moratti in Regione Lombardia? “Io andrei a vedere il programma“. Parola di Nando dalla Chiesa, sociologo, figlio di Carlo Alberto – il generale dei carabinieri ucciso da Cosa nostra nel 1982 – e storico punto di riferimento dell’antimafia milanese. “Per il centrosinistra lombardo è tempo di affrontare il mare aperto, altrimenti si rischia di rinchiudersi in un monastero politico”, dice dalla Chiesa, intervistato dal Corriere della Sera. Ma come mai il professore ha deciso di schierarsi a sorpresa per l’ex ministra di Silvio Berlusconi? “Potrei dire come Woody Allen che ‘a volte mi vengono in mente cose che non condivido’, ma in realtà mi sono convinto che valga la pena un’apertura di credito, perché di certo non ho più voglia di rivedere il solito film del centrosinistra“.
A che film si riferisce della Chiesa? “Ci ritroviamo in un teatro milanese, ci sono i comici, gli attori, un conduttore che ci illustra le bellezze del candidato, un rappresentante del mondo Lgbt, un immigrato africano, un giovane che si occupa di beni confiscati alla mafia, un cantautore, quindi arriva il candidato che ci invita a riscoprire la politica, accompagnato da applausi ogni 15 parole. Ce ne andiamo felici e alle elezioni prendiamo dal 15 al 20% e perdiamo. Rimane tutto come prima, perché dall’altra parte c’è un blocco di potere granitico che può contare su un’ondata di consensi tale da permettere che Daniela Santanché doppi nelle urne un intellettuale come Carlo Cottarelli e a Sesto Emanuele Fiano perda con Isabella Rauti“, è il ragionamento del sociologo, che predica “piuttosto un atto di coraggio”.
Eppure l’intera storia di Letizia Moratti è una storia di destra: dal governo Berlusconi alla guida di Palazzo Marino a Milano fino all’incarico in Regione Lombardia, come vice del leghista Attilio Fontana: “È vero – risponde dalla Chiesa – ma cominciamo a prendere atto che ha preso le distanze da due provvedimenti molto identitari per la destra, come il reintegro dei medici No vax e l’innalzamento del limite dei contanti”. E dire che in passato lo stesso dalla Chiesa era stato molto critico per i toni quasi negazionisti nei confronti della mafia dell’allora sindaca di Milano. “Ma nel settembre scorso, invitata in Statale per il decennale di studi sulla criminalità organizzata, ha sorpreso tutti con una relazione che esprimeva posizioni molto diverse. Quindi dal 2010 a oggi ha fatto un percorso”, risponde dalla Chiesa che sottolinea: “Ci rendiamo conto dell’effetto a livello nazionale di un’eventuale sconfitta della destra in Lombardia?”.
La ginecologa Alessandra Kustermann con Letizia Moratti
"Ho letto con attenzione l’articolo di Antonio Polito sulla candidatura di Letizia Moratti come governatrice della Lombardia", scrive la ginecologa Alessandra Kustermann sul Corriere. "Condivido il suo ragionamento e vorrei aggiungere delle considerazioni più personali per chiarire il motivo per cui non la ritengo impresentabile. La mia storia politica si è sempre identificata con i valori della sinistra. Mi iscrissi al Pci nel 1975, dopo aver fatto parte del Movimento Studentesco. Ancora oggi faccio parte dei pochissimi italiani iscritti al Pd".
"Insomma, non ho mai abiurato e non mi sono convertita folgorata sulla via di Damasco. È ingeneroso ricordare ai miei amici del partito quante volte ho partecipato a campagne elettorali estenuanti, quanti giorni di ferie ho donato alla speranza di cambiare il nostro Paese con loro. Ho molti amici, e ancora più amiche, che pensano improponibile un invito a votare Letizia Moratti. Certamente sarebbe indigeribile per i nostri elettori se continuassimo pervicacemente a descriverla come una persona di centrodestra, quasi come il 'male assoluto'".
"Ma se provassimo a cambiare la narrazione sarebbe ben più accettabile. È vero che è stata ministra dell’Istruzione in un governo di Berlusconi, sindaca di Milano con il centrodestra, assessora alla Sanità con la Lega. Tuttavia, oggi e per il futuro ha scelto di contrapporsi al centrodestra che governa l’Italia. Non penso che si sia candidata perché ha bisogno di fare politica per vivere, infatti ha molti interessi e affetti, figli e nipoti. Si occupa da sempre di sociale e di disagio giovanile. Ha sempre promosso il Terzo settore. Ha con coerenza partecipato all’evoluzione e alla crescita del primo Centro Antiviolenza pubblico italiano e ha finanziato il Soccorso Violenza Sessuale e Domestica del Policlinico di Milano. Lo ha fatto pur sapendo che io, che lo dirigevo, ero di sinistra e non avrei votato per lei. Infatti ho votato per Pisapia e ho fatto campagna elettorale per lui. Se lei fosse rimasta nel centrodestra, pur stimandola e ritenendola un’amica, non avrei avuto dubbi e non l’avrei mai votata".
"È questo il motivo per cui non capisco più il mio partito: negli anni mi avete fatto votare persone improponibili, trasformiste, prive di scrupoli. E adesso mi dite con scarsa coerenza che chi è di centrodestra, lo resta per sempre. Mi permetto di dissentire, cari amici. Con Moratti governatrice dovremmo pretendere da subito di farci assegnare l’assessorato alla Salute per cambiare i punti della sua riforma su cui non siamo d’accordo".
"Dovremmo chiedere che nel suo programma sia scritto in modo chiaro che cosa vogliamo che sia fatto in Lombardia per ambiente, mobilità, casa, donne, famiglie, tutela della dignità di tutti gli esseri umani che vi abitano, per aiutare le piccole e medie imprese lombarde. Dovremmo chiederle di scrivere insieme il programma dei prossimi 5 anni, e solo se si rifiutasse avremmo il dovere di candidare una persona più allineata con noi".
"Questo è quello che chiederei a Letizia Moratti, se avessi ancora voglia di impegnarmi in politica. Forte della consapevolezza che lei può vincere solo con il Pd, la sua lista civica Lombardia Migliore e il Terzo polo uniti, mentre senza il Pd lei non vincerà, ma non vinceremo nemmeno noi. Non è un caso che la sinistra non abbia mai vinto un’elezione in Lombardia e mi sarebbe piaciuto vedere il mio partito e le mie speranze finalmente raggiungere la meta, per migliorare la regione dove vivo".