Politica

L’assoluzione di Erri De Luca e le regole democratiche

Di Ernesto Vergani

Lo scrittore Erri De Luca è stato assolto dal Tribunale di Torino dall’accusa di “istigazione al sabotaggio” della Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, che si inserisce nel più ampio corridoio 5 Lisbona-Kiev. Prima che i giudici si ritirassero in Camera di consiglio, De Luca ha dichiarato che la Torino-Lione va “ostacolata, impedita e intralciata, quindi sabotata per legittima difesa della salute, del suolo dell’acqua e dell’aria”.

Nessuno augurerebbe a chiunque di subire una pena di otto anni di carcere per una dichiarazione che sembrerebbe per così dire metaforica. Ciò a maggior ragione per il rispetto della storia personale e il cursus honorum di un intellettuale quale Erri De Luca. Dunque, tutto è bene ciò che finisce bene. Cionondimeno l’auspicio è che si eviti di far confusione nell’opinione pubblica. Si ricordi che la democrazia prevede sì la libertà di espressione, ma anche l’osservanza delle leggi.

E la Tav è stata voluta sia a livello europeo che italiano da governi e da parlamenti democraticamente eletti. La democrazia prevede sì la libertà di protestare, ma pacificamente (e lealmente). Si protesta a volto scoperto, con coraggio, responsabili dei propri diritti e di quelli degli altri. Per questo i soggetti della corrente minoritaria del movimento No Tav che in Val di Susa attaccano a volto coperto i cantieri possono essere definiti vigliacchi (senza timore di offendere qualcuno, proprio perché per così dire non individui democratici che non si fanno neppure riconoscere). Ernesto Vergani