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Politica
L'ex Pd Borghi silura Schlein & Co: "Campo largo? Apprendisti stregoni"

Ora la minoranza interna del Pd potrebbero esserci altri addii?
“Intanto c’è stato l’arrivederci di molti elettori, come avevamo inutilmente provato a spiegare. Consumate tutte le bottiglie stappate per la nostra partenza, terminato di compulsare i sondaggi all’uopo commissionati per rafforzare la narrazione del ritorno alla purezza, contati finalmente i voti reali e non quelli virtuali, forse a quelle latitudini inizieranno a capire che le questioni poste da chi ha fatto alcune scelte sono reali e non aria fritta. Sul resto, non entro nel dibattito interno del Pd. Ho già abbondantemente dato".

Come costruire un’alternativa al Centrodestra guidato da Giorgia Meloni?
“Facendo politica. Sapendo che il tempo delle scorciatoie e degli effetti speciali è finito, che servirà un lavoro di lunga lena che coinvolga i territori, la società, i corpi intermedi, le comunità. E ponendosi sul piano della coerenza tra le cose che si fanno e quelle che si dicono. Se, per rimanere sul piano europeo, si riterrà alle europee del ‘24 di operare per una sintesi tra popolari, riformisti, liberali, socialisti e ambientalisti per dare un governo in tal senso alla nuova Commissione Europea, sventando il tentativo di spostamento a destra che unisca conservatori e sovranisti come vorrebbe la Meloni, questo deve trovare una sua corrispondenza in Italia. E qui si torna la nodo politico, col Pd che dovrà scegliere tra il populismo e il riformismo.  Per quel che ci riguarda, non resteremo certamente fermi nel rimirare le altrui contemplazioni delle illusioni. C’è uno spazio politico reale per chi non vuole arrendersi alla restrizione dello spazio politico in un finto duopolio Meloni-Schlein, e che pensa ad un paese moderno ed europeo. La ricostruzione di quello spazio è il nostro compito di riformisti”.

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