La Commissione UE boccia la manovra. Un Paese sovrano trattato da somaro
Per la prima volta nella storia viene rimandata a casa una manovra economica, e la Commissione UE forza la mano: “Tre settimane per un nuovo testo”
Il livello di scontro è inaccettabile, ed anche l’allargamento delle prerogative che un organo sovranazionale sta tentando di prendere nei confronti dell’Italia, Paese sovrano e fondatore dell’Unione Europea, senza la cui presenza probabilmente tutto l’impianto si sgretolerebbe. Nonostante il Premier Conte non vuole sentire parlare di una uscita dalla zona euro, è chiaro che il gioco degli spread venga alimentato da chi dice di fare l’interesse della stabilità finanziaria.
Il collegio dei commissari europei ha deciso di rigettare il documento programmatico di bilancio del nostro Paese, dando perfino l’ultimatum di redigerne un altro, con un impianto rivisto, entro tre settimane. Un inaccettabile cerchietto sulla pagella, con tanto di ripetizioni ad un alunno somaro. Gesto non solo privo di qualsivoglia cortesia Istituzionale, ma grave nell’intento d’infangare un Esecutivo legittimamente eletto.
Strano ma vero, nelle gestioni Monti-Letta-Renzi-Gentiloni non un solo anelito è stato sprecato contro le politiche fiscali, non appena dopo una vacatio durata 7 anni riprendiamo le chiavi di casa, ecco che il lucchetto non va bene. Da quel che s’apprende non è stato dato semaforo verde sulle misure d’assistenza sociale e sul deficit al 2,4% rispetto al PIL, non credendo nella scommessa che la crescita ridurrà l’impatto sul Debito pubblico.
O non volendo crederci di proposito, in realtà è molto più probabile che temano proprio che funzioni il progetto di rilancio Nazionale. Se l’asse Lega-Stellato dovesse imprimere davvero un’accelerazione alla produttività ed alla domanda interna, come si spiegheranno gli anni di tetra macelleria sociale che c’hanno fatto ingoiare?
Potranno mai le lacrime della Fornero poi spegnere l’incendio della rabbia dei quanti – in assoluto torto – ha tolto il futuro? Simboli che vanno in frantumi, teorie che vanno a farsi benedire, ma soprattutto narrazione che brucia con tutti i filistei che l’hanno rappresentata.
Una ecatombe come le scene dei dipendenti della Lehman Brother che nel 2008 s’accompagnavano con gli scatoloni fuori dagli uffici, così vedremmo gli ambasciatori della “Tripla A” dello status quo tornare a casa, magari barcollando come Juncker, tra i buonisti della sciatica ed i cattivi del bicchierino di troppo.
Di Andrea Lorusso
Twitter @andrewlorusso
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