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La conversione del disobbediente Luca Casarini. Sembra quella di...
Luca Casarini la conversione del disobbendiente? Sembra quella dell’architetto Melandri in “Amici miei”
La conversione del disobbediente Luca Casarini
A Roma è in corso il Sinodo voluto da Papa Francesco e che sta dibattendo temi di fondamentale importanza per la Chiesa cattolica.
Tra gli invitati, ma senza diritto di voto (meno male), Luca Casarini ex “disobbediente” ed ex leader no global.
Una presenza anomala la sua, pur in un magistero progressista come è quello di Bergoglio.
Gli italiani lo hanno conosciuto ai tempi del G8 di Genova nel 2001 e poi in seguito per le sue posizioni pro migranti e per i toni particolarmente violenti che utilizzava.
Qualche giorno fa, in conferenza stampa, Luca Casarini ha detto: “Possono accadere cose pazzesche, come che io sia qui al Sinodo: è pazzesco”.
Siti conservatori come “La nuova bussola quotidiana”, non hanno preso bene questa presenza ingombrante anche perché –come viene spiegato- Casarini non solo è presente al Sinodo ma è stato portato anche al briefing sulla giornata dei lavori, con le informazioni che “vengono passate col contagocce in nome del ‘digiuno della parola pubblica’”.
Durante questo incontro Casarini ha rivendicato con orgoglio il suo ruolo di capo missione della Saving Humanitas con la motivazione che: “in un mondo in cui si fa la gara a chi uccide più gente, dominato dall'odio, soccorrere un fratello è un dono infinito che cambia la vita ed ha cambiato la mia”.
La Bussola riporta che: “Questa nuova attività è costata all'ex leader no global un'indagine per immigrazione clandestina che però ieri ha detto di non comprendere, perché per lui «nessun essere umano è clandestino», arrivando a chiosare beffardo: «Ho fatto un reato? Arrestatemi, sono contento di averlo fatto”.
Casarini ha raccontato poi il suo percorso di conversione con il “Cristo delle acque” che gli ha indicato i “fratelli” da salvare.
Luca Casarini, conversione sembra quella dell’architetto Melandri in “Amici miei”
La scena ricorda un po’ la esilarante conversione dell’architetto Rambaldo Melandri (interpretato da un grande Gastone Moschin), nel film “Amici miei atto II”, diretto da Mario Monicelli. L’architetto, per andare a letto con una popputa e fanatica credente, si converte al Cattolicesimo e finisce anche in croce sbeffeggiato dai suoi amici. Solo che, alla fine, l’alluvione irrompe nel momento fatale dell’amplesso e “salva” la beghina facendo però sommergere il capoluogo toscano.
Tornando alla vicenda Casarini, la sua presenza lascia tuttora interdetti perché l’ex leader non ha mai mostrato in pubblico segni di pentimento, date le sue attività, ed anzi continua ad esserne orgoglioso.
È stato anche fatto notare che con lo scoppio delle ostilità in Palestina non era il caso di far restare Casarini che nel 2002 aveva violato il veto di Israele di entrare a Ramallah per sostenere Hamas. Il che fa il paio con la dura nota di critica pubblicata dall’Ambasciata di Israele presso la Santa Sede che ha definito “deludente e frustrante” il comunicato emesso dal Patriarcato di Gerusalemme sulla attuale situazione, facendo peraltro riferimento a Papa Pio XII accusato di non aver fatto abbastanza per l’Olocausto.
Insomma, i conservatori attaccano il Vaticano per la scelta fatta ma anche gli ebrei mostrano chiari segni di insofferenza per le posizioni di Papa Bergoglio su quanto sta accadendo il Palestina.
Era il caso di aggiungerci pure una presenza divisiva come quella dell’ex leader della sinistra antagonista?