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Politica
La Lega cancella il congresso. Dubbi su Berlusconi, ira contro Bossi

Rinviato a data da destinarsi il congresso della Lega Nord che, secondo alcune indiscrezioni mai smentite, avrebbe dovuto tenersi a Milano tra gennaio e febbraio. Il consiglio federale del Carroccio, che si è riunito lunedì pomeriggio in via Bellerio, ha preso atto della decisione di Matteo Salvini, condivisa da tutto lo stato maggiore del partito, Giancarlo Giorgetti in testa.

"Non avrebbe alcun senso tenere il congresso ora quando molto probabilmente tra pochi mesi ci saranno le elezioni politiche", spiega una fonte ai massimi livelli e presente al vertice nel quartier generale della Lega. Siamo impegnati a cercare di capire se sarà possibile costruire un'alleanza con Forza Italia e Fratelli d'Italia e non abbiamo certo il tempo di organizzare un congresso", aggiunge la fonte. Assente al consiglio federale Umberto Bossi, presidente senza poteri e fondatore del movimento padano.

Le ultime uscite del Senatùr, tra le quali proprio quella di andare a congresso perché "la base è stufa del segretario", cominciano a dare davvero fastidio. Nessun timore che un eventuale congresso possa sfiduciare Salvini e rimandare alla guida del partito Bossi, ma meglio evitare la ribalta mediatica a polemiche che certamente scoppierebbero in caso di assise all'inizio del 2017.

Le esternazioni del Senatùr fino ad un certo punto erano tollerate, anche perché servivano per non perdere i voti dei secessionisti ancora presenti nelle valli del profondo Nord, ma la misura appare davvero colma. "Spetta al segretario federale decidere se continuare a far finta di niente o se rispondere a Bossi, ma è certo che sta diventando un problema", spiegano da via Bellerio.

La cancellazione del congresso spazza via automaticamente anche l'ipotesi di togliere la parola Nord dal nome e la frase "per l'indipendenza della Padania" dall'articolo 1 dello statuto, così come l'eventuale sostituzione del Senatùr nel ruolo di presidente federale. Queste decisioni, infatti, possono essere prese soltanto da un congresso e non dal consiglio federale. E così la trasformazione in Lega nazionale subisce uno stop.

Su come presentarsi alle prossime elezioni molto dipenderà dalla legge elettorale. Il problema è cosa fare al Sud. Il simbolo Lega Nord è il modo peggiore per cercare consensi nel Mezzogiorno, ma se il Carroccio si presenta con il movimento NoiConSalvini, come alle Regionali in Puglia e alle ultime Comunali, i voti verranno divisi tra due liste e questo potrebbe essere un serio problema in sede di attribuzione di seggi. Escluso però il ricorso a una sorta di Lega (senza Nord) uguale per tutto il Paese in quanto obbligherebbe il Carroccio a raccogliere le firme.

Sul fronte degli alleati i rapporti con Giorgia Meloni "sono ottimi" - assicurano da via Bellerio (nonostante Fratelli d'Italia abbia partecipato alle consultazioni di Gentiloni, "ma ognuno è libero di fare le proprie scelte"), mentre con Forza Italia "qualche problema esiste davvero e soprattutto non c'è affatto la certezza che Berlusconi sia intenzionato a costruire un'intesa politico-elettorale per contrastare il Pd e Renzi alle prossime elezioni".

Il timore di Salvini e dello stato maggiore della Lega è che l'ex Cavaliere intenda andare al voto con il sistema proporzionale senza premio di maggioranza per poi governare con i Democratici - in una riedizione delle larghe intese - dopo la chiusura delle urne. In alto mare anche il progetto di organizzare primarie di coalizione.
 

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