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Politica
Le bugie hanno le gambe Raggi

La storia dello stadio di Roma a Tor di Valle è esemplificativa -al di là di uno come la pensi sulla sua localizzazione ed utilità- del modo pasticciato e arruffone di gestire l’amministrazione per la giunta di Virginia Raggi.

Dopo mesi di incredibili e surreali “tira e molla” finalmente si era giunti ad una conclusione storica ed anche melodrammatica: Virginia annunciava al mondo che il famoso stadio sì si farà e proprio a Tor di Valle dopo che lo stesso Grillo pochi giorni prima aveva detto al mondo che no, lo stadio a Tor di Valle non si farà.

Tralascio perché ben noti i prodromi della questione con le incredibili giravolte ed approssimazioni cha hanno caratterizzato la vicenda fino alle dimissioni dell’assessore all’urbanistica Paolo Berdini registrato “a sua insaputa” da un giornalista de La Stampa mentre tentava di mantenere un improbabile anonimato.

Ieri l’ennesimo colpo di scena.

Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio, dice no alla proroga della Conferenza dei Servizi richiesta dal proponente il progetto l’Euronova di Luca Parnasi e della As Roma forte naturalmente del parere favorevole del Comune di Roma.

Ora c’è tempo fino al 30 marzo per presentare “atti ufficiali”

Al di là dell’atto di Zingaretti che sta solo applicando la legge (la proroga era stata già concessa una volta) colpisce le solite bugie o imprecisioni della Raggi che si scaglia contro Zingaretti che ribadisce mettendo a disposizione verbali e addirittura la registrazione che il rappresentante in Conferenza del Campidoglio si è detto lui stesso contrario alla proroga.

La Raggi, nel suo tipico stile, dice che il “no” del suo rappresentante era contro il progetto iniziale presentato da Marino e non sul nuovo che però è definito nei tagli alle cubature e soprattutto sulle opere pubbliche, “a voce” via Facebook.

Qui non si tratta più di politica, ammesso che ci sia mai stata, ma proprio di incompetenza amministrativa, di pressapochismo, di superficialità, di faciloneria che danneggia ulteriormente Roma, la Capitale d’Italia, che meriterebbe se non la “buona politica” almeno un minimo di competenza e professionalità.

Chiaramente si tratta dell’ennesima contrapposizione interna di questo movimento, i Cinque Stelle, intriso di veleni e cospirazioni e di un gioco al “tutti contro tutti”.

Nel frattempo immaginiamo l’espressione di Mr Pallotta che dopo esser estato illuso e disilluso ogni sette giorni ed aver, per di più, perso pure il derby che a Roma vale un campionato, mediterà sul fatto che i suoi avi ben fecero a migrare negli Usa.

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