Politica
"Le sardine aiutano il Centrodestra. E non diventeranno mai un partito"
Intervista a Marcello Veneziani, intellettuale di destra, sul movimento delle "sardine"
Marcello Veneziani, qual è la sua opinione sulle sardine? Sono destinate a durare?
Credo sia un fenomeno significativo semplicemente per i suoi numeri in piazza. E finisce là. Protestano non contro il potere o contro il capitalismo ma contro l'opposizione. Nella migliore delle ipotesi sono uno pseudonimo della sinistra che verrà e nella peggiore sono soltanto una delle tante escrescenze che si manifestano periodicamente nelle piazze italiane, come il Popolo Viola o i girotondini. Tutti movimenti senza nessuna sostanza, che si manifestano e spariscono a grande velocità.
C'è stata un'apertura, poi smentita, a CasaPound. La cosa la sorprende?
Credo che le due realtà non abbiano nulla in comune. Già nei primi raduni le "sardine" cantavano "Bella ciao", rendendo subito evidente quale fosse la loro scelta di campo. "Bella ciao" non è un canto di tutti gli italiani, ma solo della sinistra. Non era usato né dalla Democrazia Cristiana, né dai liberali o dai laici. E' un canto che ha definito l'identità della sola sinistra politica. Non ci voleva molto a capire che le sardine e CasaPound sono incompatibili. D'altronde l'unico effetto concreto che possono avere queste proteste è favorire il candidato del Pd alle elezioni in Emilia Romagna.
C'è però anche chi, da destra, ha mostrato interesse per le "sardine". Perché secondo lei?
Sono tutte opinioni rispettabili, sottolineo comunque che accorrere in favore del vincitore o del fenomeno mediatico del momento fa parte del vecchio camaleontismo italiano. Se poi per "destra" si intendono esponenti come la compagna di Silvio Berlusconi si capisce che il discorso è inconsitente, quasi nullo.
Marcello Veneziani
Crede che le "sardine" diventeranno un partito?
Penso di no. La funzione di questo movimento non è quella di diventare un partito. Magari alcuni esponenti verranno fagocitati o si lasceranno fagocitare da altri partiti giù esistenti. Credo siano un fenomeno di passaggio che sfocerà, semmai, in altro.
Hanno qualcosa in comune con il Movimento Cinque Stelle degli inizi?
Anche le "sardine" hanno una vaga idea che la politica in senso canonico non funzioni più e quel vago senso di antipolitica. La differenza sostanziale con i grillini, e con tutti gli altri movimenti di piazza, è che le "sardine" non scendono in piazza contro il potere costituito ma contro Salvini, che rappresenta l'opposizione. E non mi pare che in Italia ci siano conati di golpismo, dunque scendono in piazza contro la possibilità che Salvini possa andare al governo attraverso libere e democratiche elezioni.
Per funzionare, un movimento come le "sardine" dovrebbe operare una sorta di "tutti dentro" dicendo di non essere né di destra né di sinistra come il M5s oppure dovrebbe collocarsi in maniera più specifica?
Dovrebbe darsi dei contenuti. Contano quelli, non la topografia politica. La collocazione è una ricaduta banale che conta in Italia perché nel nostro Paese c'è sempre bisogno di dire a quale chiesa apparteniamo. Il problema è l'assenza di contenuti, cosa che è accaduta e accade spesso nella storia recente della sinistra, non solo italiano. L'unico contenuto o coagulo diventa l'essere contro qualcosa o qualcuno, da Berlusconi a Trump. E anche le "sardine" soffrono di questa patologia: il loro unico contenuto mi pare sia quello di essere contro Salvini e il sovranismo.
Nel medio o lungo periodo crede che le "sardine" possano persino dare una mano a Salvini?
Alla lunga sì. Allo stato attuale, i movimenti che nascono "contro" alimentano la polarizzazione del consenso. Da una parte rinserra i ranghi dell'anti salvinismo ma dall'altra parte riaccende sovranismo e salvinismo anche in chi è, o era, più tentennante.
Quindi le "sardine" rendono il centrodestra più sovranista?
Sicuramente sì, perché radicalizzano le posizioni.
@LorenzoLamperti