M5s, Conte: "Mio incarico passerà dal voto". Resta nodo delle "restituzioni"
L'ex premier Giuseppe Conte incontra (via Zoom) gli eletti al Senato 5s per la ri-fondazione. Resta il nodo delle restituzioni: in regola 53 parlamentari su 239
Intanto, secondo quanto riporta il Corsera, è scoppiata di nuovo l’emergerza morosi nel Movimento. Solo 53 tra deputati e senatori sugli attuali 239 totali risultano infatti in regola con il versamento mensile da 2.300 euro (minimo), le cosiddette "restituzioni" di parte dello stipendio da parlamentari, uno dei cavalli di battaglia della lotta dei pentastellati contro i privilegi della "casta". Va detto che, dal 2013 a oggi, gli eletti del M5S hanno rinunciato a circa 96 milioni: di questa cifra un terzo è stata destinata al fondo per il microcredito.
Sfogliando su tirendiconto.it la lista dei "cattivi pagatori", emergono nomi altisonanti: l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro non restituiscono ormai dallo scorso settembre, così come l’ex tesoriere del gruppo alla Camera Sergio Battelli e la collega Carla Ruocco.
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri risulta moroso da novembre, così come il ministro per Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà. La deputata Federica Dieni, segretaria del Copasir, addirittura non restituisce dal maggio 2020. L’unico ministro M5S del governo Draghi totalmente in regola con i versamenti è quello all’Agricoltura Stefano Patuanelli, che, pur essendo uno dei più duri contestatori di Casaleggio, ha restituito anche il mese di febbraio. Lieve ritardo, infine, per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e per il presidente della Camera Roberto Fico, ai quali mancano ancora i versamenti di gennaio.
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