Politica
M5s, i ribelli si coalizzano in un gruppo. Scelto il nome: "L'alternativa c'è"
Il nuovo gruppo parlamentare con il simbolo di Italia dei Valori sta prendendo forma. Ma due big come Morra e Lezzi insistono sul ricorso. Ipotesi class action
M5s, i ribelli si coalizzano in un gruppo. Scelto il nome: "L'alternativa c'è"
Il M5s continua nella sua guerra interna ed esterna. I ribelli ex grillini, cacciati dal Movimento dopo il no al governo Draghi hanno deciso di coalizzarsi. Sta per nascere un nuovo gruppo parlamentare "L'alternativa c'è". Chiesta e ottenuta la disponibilità per l'utilizzo del simbolo di Italia dei Valori, l'ex partito di Antonio Di Pietro. Ma dopo il terremoto della fiducia, - si legge sul Corriere della Sera - ci sono le scosse di assestamento che porteranno a una nuova governance. Alvise Maniero spiega: "Abbiamo i numeri per fare un gruppo". Nicola Morra e Barbara Lezzi non ci stanno: hanno fatto ricorso e sono pronti alle carte bollate. Altri preparano una class action. Ci sarà materia per gli avvocati nei prossimi mesi. Una dei probiviri, Barbara Andreola, non ha firmato le espulsioni: "Rischio l’illegittimità". Altri ricorsi potrebbero esserci anche sul futuro organo collegiale. Sul blog è arrivata la specifica che chi è sotto indagine dei probiviri non si potrà candidare.
Allusione neanche troppo velata - prosegue il Corriere - a due che sarebbero entrati volentieri, Dino Giarrusso e Paola Taverna. Per frenare la disintegrazione, Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede provano la carta Conte. Tutti gli chiedono di entrare. Lui nicchia. Si starebbe pensando a una modifica dello Statuto per accoglierlo come presidente, incarico non previsto per ora. Oppure come primus inter pares dell’organo collegiale. Anche in questo caso servirebbe una modifica, perché ora è previsto a rotazione. La composizione potrebbe comprendere due esponenti del governo, due del Parlamento (anche europeo) e uno degli enti locali. I nomi che si fanno sono Alfonso Bonafede, Danilo Toninelli, Virginia Raggi e Fabio Massimo Castaldo. E Di Maio? Resterà fuori, dicono in tanti.