Politica

M5S: “Rousseau? Ai cittadini non interessa. Come Sanremo, musica leggerissima”

di Paola Alagia

M5s, intervista di Affari al deputato questore Francesco D’Uva: “Pensiamo piuttosto a tirare fuori l’Italia dalla crisi”

Mentre la resa dei conti tra il Movimento cinque stelle e Rousseau si fa sempre più vicina e, al momento, non pare profilarsi all’orizzonte una via d’uscita, tra i pentastellati c’è chi si dice convinto che alla fine “una soluzione si troverà. Come sempre”.  A mostrarsi fiducioso è il deputato questore pentastellato Francesco D’Uva. Intervistato dal nostro giornale, però, non si pronuncia sul tema caldo della deroga al doppio mandato perché “parte interessata”. Traccia un bilancio, invece, delle prime riunioni con il capo politico in pectore Giuseppe Conte. E sulle alleanze dice: “L'intesa con Pd e Leu è una buona base di ripartenza e un punto fermo”.

D’Uva, le distanze con Rousseau si allargano. Dalle parole pronunciate da Davide Casaleggio in tv e alla giornata di ieri in ricordo di Gian Roberto Casaleggio, ormai è grande freddo. Scissione inevitabile, secondo lei?
Preferisco concentrarmi sul mio lavoro quotidiano di parlamentare e questore della Camera. C'è una pandemia sanitaria, economica e sociale in corso. Dico solo che mi sembra, per utilizzare un'espressione sanremese, musica leggerissima di fronte ai reali problemi del Paese. Pensiamo piuttosto a tirare fuori l'Italia dalla crisi.

Intanto, Conte ha detto chiaramente che non tocca a lui sbrogliare la matassa, come se ne esce?
Al nostro interno c'è chi si occupa della questione. Lo ribadisco, ai cittadini interessano i temi che toccano la loro vita. Si troverà una soluzione, come sempre.

Il nodo vero è il nervo scoperto della deroga al secondo mandato. Lei come si schiera?
Non entro nel dibattito sul doppio mandato perché sono parte interessata. Sono senz'altro orgoglioso di quanto realizzato, sia durante il primo e sia, finora, durante il secondo mandato, come parlamentare del Movimento 5 Stelle assieme ai miei colleghi.

Intanto, i gruppi parlamentari, soprattutto il gruppo Camera, sono sempre più in fibrillazione. Un rischio scissione come sostiene Spadafora è reale?
Ho ricoperto l'incarico di capogruppo e conosco la vitalità del confronto all'interno di un gruppo parlamentare. Inutile negarlo, un momento critico c'è stato in occasione dell'ultima crisi di governo. Ma adesso pensiamo al futuro e restiamo compatti.

Alla luce dei primi incontri con Conte, che bilancio fa?
Sono soddisfatto dell'ultimo incontro con Giuseppe Conte. Si è parlato di decisioni concrete sui temi, è stato serio e stimolante. Il nostro è un rinnovato impegno sui territori, con una struttura solida e un'organizzazione chiara per rilanciare il Movimento a partire dalle comunità locali. Anche sull'importanza della formazione mi trovo d'accordo con Conte, dal canto mio penso sia positivo progettarla con platee dedicate.

Uno dei problemi più imminenti da affrontare sarà quello delle alleanze. Anche in vista delle amministrative di ottobre. Quale sarà la bussola per il Movimento?
All'indomani dell'ingiusta conclusione del governo Conte II abbiamo subito chiarito che per noi rimaneva l'intesa con Pd e Leu. Penso sia una buona base di ripartenza e un punto fermo. Come testimoniato anche dall'ultimo incontro, fruttuoso, tra Letta e Conte. La bussola quindi sarà sempre la direzione tracciata dagli iscritti: alleanze locali a partire dalle istanze di chi sui territori ci vive. Luigi Di Maio ha subito raccolto questo input della base e lo ha messo in atto a Pomigliano, in maniera vincente. Adesso si può e si deve replicare.

Passiamo alla pandemia. Vaccini e riapertura. Come si conciliano queste due urgenze?
Penso sia innanzitutto una corsa contro il tempo per abbassare le curve e fare sempre più vaccini. Ritengo quest'ultimo il provvedimento 'economico' più importante. Al tempo stesso ragioniamo sulle riaperture in sicurezza e senza propaganda. È decisivo dare risposte certe e concrete a tutti i lavoratori, gli imprenditori e le famiglie in difficoltà. Il decreto Sostegni è stato un primo passo, adesso procediamo con un altro scostamento di bilancio e con indennizzi diretti sui conti correnti. Inoltre, come ha già chiarito il viceministro dell'Economia Laura Castelli, sono al vaglio anche misure che da una parte prorogheranno la moratoria di alcuni finanziamenti, dall'altra aggiungeranno risorse ai fondi di garanzia.

Ci sono stati molti problemi di coscienza al momento di aderire al governo Draghi. Il Movimento sta faticando a far sentire la sua voce e a portare avanti le sue battaglie?
Il lavoro del Movimento 5 Stelle al governo c'è e si vede. Nell'esecutivo Draghi continuiamo a portare avanti la nostra azione. Faccio alcuni esempi.

Prego.
La scommessa diventata realtà del ministro Di Maio sull'export: con la strategia di rilancio messa in campo abbiamo stanziato circa 4,2 miliardi di euro e già i dati mostrano i primi risultati. Per potenziare gli asili nido, tema all'ordine del giorno oggi più che mai, abbiamo già creato un Fondo con una dotazione di 100 milioni dal 2020 fino al 2023 e di 200 milioni dal 2024 al 2034. Abbiamo anche incrementato le risorse nel Fondo di solidarietà comunale, con uno stanziamento iniziale che parte da 100 milioni per arrivare gradualmente ai 300 milioni previsti a decorrere dal 2026. Adesso con le risorse del PNRR potremo realizzare 78mila posti aggiuntivi. E poi c’è la transizione ecologica: la creazione del nuovo ministero, protagonista sul Recovery, si deve all'intuito di Beppe Grillo e darà i suoi risultati.