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Politica
M5s, "Virginia Raggi teme di essere arrestata". Verso l'autosospensione

Virginia Raggi avrebbe paura dell’arresto. Queste le voci che si rincorrono mentre, giorno dopo giorno, escono le intercettazioni tratte dalla chat “quattro amici al bar” che vedeva coinvolti la sindaca, il suo ex braccio destro Raffaele Marra ora detenuto a Regina Coeli, l’assessore allo Sport Daniele Frongia, ex vicesindaco ridimensionato da Beppe Grillo, e Salvatore Romeo ex caposegreteria silurato sempre dal capo politico del m5s.


L’avviso di garanzia alla Raggi per falso e abuso d’ufficio in merito alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, ha spaccato a metà il già diviso movimento romano, e crescono di ora in ora le voci che vorrebbero un passo indietro da parte della sindaca per lasciare il posto al rivale Marcello De Vito, oggi presidente dell’assemblea capitolina. Ma se la Raggi, davvero, teme l’arresto – possibilità remota ma comunque pur sempre una possibilità – e pensa all’autosospensione, questo non significa che il possibile sostituto De Vito sia immune alle voci scomode sul suo conto. In uno scambio in chat, infatti, Raffaele Marra dichiara così al fratello: «De Vito è un amico, mi voleva fare direttore del terzo dipartimento per parare il culo alla moglie».

A luglio, ricordiamo, Giovanna Tadonio moglie di De Vito era diventata assessora alla sicurezza del Personale e alla Polizia locale del municipio III. Uno dei tanti casi di parentopoli pentastellata che stride con le stamburate secondo cui il m5s non assume, per l’appunto, parenti. Se Raffaele Marra dice il vero, Marcello De Vito non era dunque poi così scevro dai rapporti con lui, e quindi si avvalora l’ipotesi secondo la quale l’ex braccio destro della Raggi ora in carcere aveva sviluppato e custodito rapporti con gran parte del m5s romano, smentendo il tentativo – spesso goffo e manifesto – di farlo passare come un corpo estraneo al Movimento.

Quasi quotidianamente, peraltro, lo stesso Marra dal carcere fa sapere che, se parlasse lui rovinerebbe tutti, e alla luce di quanto trapelato, fra quei tutti potrebbe non esserci soltanto il papabile candidato a ereditare il ruolo della Raggi, ovvero De Vito, ma anche Luigi di Maio, il virgulto pentastellato che vorrebbe diventare primo ministro. E il timore che Luigi Di Maio venga compromesso dall’uscita di chat imbarazzanti fa propendere per la soluzione di comodo del patteggiamento da parte della Raggi.

Patteggiando, la sindaca sarebbe condannata e quindi fuori dal m5s, ma non verrebbero depositate le carte processuali e la famigerata suddetta chat dei “quattro amici al bar”, evitando così una gogna pubblica che potrebbe stroncare la carriera del giovane vicepresidente della Camera. Virginia Raggi potrà avere paura dell’arresto o meno, ma di una cosa si è certi: lei e gli altri due personaggi coinvolti assieme a Marra nella chat di cui sopra, possono dire addio alla loro carriera politica.

La Raggi è istituzionalmente finita, Frongia ha perso credibilità nel m5s ed è considerato troppo legato a doppio filo con la sindaca per potersi ricostruire un percorso all’interno del movimento o di altre forze politiche, e Salvatore Romeo è dovuto tornare con la coda fra le gambe nel suo vecchio ufficio allo stipendio di prima, tre volte più basso di quello che gli aveva garantito la Raggi. Per la sindaca sono lontanissimi i tempi dei trionfi sbandierati, dei balletti esagitati, dei red carpet da diva, e in tutto questo non possiamo non scorgervi un contrappasso: oggi, la Raggi e il suo raggio magico tirano avanti alla giornata non sapendo cosa riserverà il futuro proprio come i romani, abbandonati a loro stessi da un’amministrazione troppo dilaniata da faide e coltellate per potersi interessare al bene della collettività.

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