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Politica
Meloni, Italia dritta al tracollo? Disastro socioeconomico e...

-morte del cd. "sviluppo tecnologico" della nazione: qualcuno sa che fine hanno fatto i buoni propositi di "sburocratizzazione", "digitalizzazione", "banda larga" "wi-fi per tutti", in un paese dove per fare UNA CARTA D'IDENTITÀ di plastica dal costo NULLO, ora persino a caro prezzo (laddove SAREBBE, ANZI È UN DIRITTO AVERLA GRATIS, in uno STATO minimamente degno di questo nome), ci vogliono settimane, o dove per fare un passaporto ci vogliono talvolta mesi, e a prezzi ancor più esorbitanti?

-morte del sistema contributivo: ormai solo i minorati mentali continuano a ripetere che il problema è chi non paga le tasse, in un paese dove tasse esondanti e reddito precipitato sotto lo zero da trent'anni (-3% a fronte di una media europea di +30) finiscono in massima parte in corruzione, mafia, sprechi. Le multinazionali hanno sede in Olanda o in Lussemburgo? E che ci vuoi fare? Anche qui un bello zero. Ma la colpa è di chi non paga le multe per sosta vietata in città dove ormai paghi anche per respirare (la merda: il Nord Italia è la zona più inquinata d'Europa. Provvedimenti al riguardo? Il vecchio caro zero virgola zero elevato a zero), oppure di chi non paga gabelle neomedievali.

-morte del contrasto alle mafie: dopo 3 anni passati ad inseguire i podisti sulle spiagge, i passeggeri in treno senza mascherina, i no vax nelle piazze, la mafia ringrazia sentitamente ed incassa nunc et semper altri ulteriori dividendi.

-morte delle città d'arte italiane: ormai preda di un turismo low cost e della svendita ai cinesi delle attività commerciali; Venezia, Firenze, Roma, Napoli, ma ormai perfino Milano, addirittura affogate nella immondizia o anche semplicemente sporche come non mai, ormai strapiene di senzatetto che bivaccano sfortunatamente per terra, ma soprattutto diventate ormai pericolose a causa delle bande di immigrati, e non solo di giovanissimi criminali nordafricani in numero esponenziale, figli della invasione dilagata, ormai pronti a tutto, in una società che non aiuta, non integra, non punisce, non fa più nulla di nulla, se non lasciar rubare il vertice sempre più ricco che piscia in testa alla base sempre più colpevolmente o meno in ginocchio. Un vertice di ladri infami ed imbecilli, che fa skyrockettare i prezzi dei Rolex e degli Audemars Piguet per poi non poterseli mettere addosso per il rischio di rapina.

-morte non solo della classe media, ma anche della classe alta, che, potendo farlo, emigra molto di più dei piccolo borghesi (ormai impoveriti ma sempre più ottusi e livorosi) nei paesi più civilizzati del Nord Europa, o direttamente negli USA.

-morte della famiglia: natalità semplicemente a picco in un paese destinato a morire per sua stessa mano, ma molto prima del previsto.

-morte della Prima Repubblica, che ancora sgoverna, occupa tutto quel che si può occupare col metro del demerito e del clientelismo da basso impero al tramonto, ruba, devasta la esistenza di un paese che mentre si disintegra moralmente lo fa anche materialmente, sotto il peso della incuria e della cementificazione selvatica da terzo mondo, fino al prossimo crollo di ponte, di viadotto stradale, di alluvione, di terremoto.

-morte di una intera nazione, senza più salute, reddito, lavoro, speranze, sogni, figli, vita.

Quante ce ne siamo dimenticate, di altre morti clamorose? A dozzine? Non ce le siamo dimenticate: aggiungiamole a piè di pagina. E cosa fa il governicchio di GEORGETTE? IL PRESIDENZIALISMO. Se pensammo che la classe politica del pentapartito di Craxi Andreotti e Forlani fossero lontani dal popolo italiano questi sono su Proxima Centauri. Nausea sopravvenuta a vedere il crestomatico quanto incompletissimo elenchino, oltre alla urgenza dell'Alka-Seltzer post-spumante& panettone?

Quante altre istanze di DISASTRO EPOCALE, di disperazione, di CROLLO DI UN INTERO SISTEMA ISTITUZIONALE, ECONOMICO E SOCIALE, quanti altri pesci in faccia dobbiamo prendere per ribellarci oltre ogni perdita di decenza? E guarda un po', hai visto mai che ci toccasse ffforsemaffforse riprendere in mano le armi già deposte dalle generazioni precedenti? Magari come fecero già i nostri quadrisnonni del Risorgimento, i nostri bisnonni e nonni della Prima e Seconda guerra mondiale, della Resistenza, della lotta partigiana, della costituzione della nostra Repubblica dopo il tradimento ed il crollo della monarchia? Dobbiamo fare noi il lavoro che fu risparmiato ai nostri nonni e genitori, che pure affrontarono i rigori del secondo dopoguerra, ma che vissero la pace e la prosperità degli anni che seguirono, fino ad arrivare a noi, che siamo cresciuti in un Occidente che sembrava ricco ed ordinato, e che ora sta implodendo sotto il peso della propria imbecillità oligofrenica terminale, della diametrale avidità ed intettitudine senza freno? Certamente non solo IMBECILLITAS ITALICA, ma è mai possibile che siamo sempre NOI i più asini della classe? Finché non scoppia la pentola a pressione?

O forse più che i più asini siamo quelli che ci arrivano prima? Perché una cosa è certa: il sistema è quadratamente marcio dalle fondamenta, e l'Italia se ha inventato il marciume lo ha fatto fin dall'epoca di Gaio Giulio Cesare CALIGOLA, non certo da quella di Giulio Andreotti.

Allora era proprio destino che la prima premier donna in un paese sotto sotto ancora parecchio maschilista come l'Italia fosse la apoteosi della conservazione di un sistema che da disfunzionale è passato a marce forzate verso la dissoluzione. Sì è detto più volte che il potenziale pericolo neofascista di un premier italiano che provenisse da un partito ex fascista fosse un problemuccio da considerare, ma che in realtà il vero problemino risiedesse viceversa nella continuità, forzata o volontaria, col governo del Duce Draghistano, lo schiavetto di Francoforte, Bruxelles e Washington. Sì e detto più volte che in realtà la vera faccia del governo Meloni fosse il proseguimento pedestre della agenda Draghi o perfino la restaurazione, di nome e di fatto, dei governi Berlusconi, che portarono l'Italia da 4a potenza economica DEL MONDO a paese-maiale depresso, umiliato, povero, malato, sconfitto, moribondo. Ebbene sì e sbagliato grossolanamente. È vero che il governo Meloni è forse l'ultimo della Prima Repubblica (prima del probabile disastro), ma accusarlo di continuità col governo del pur sconsiderato Draghi (l'immortale firmatario del delirium tremens del "chi non si vaccina muore e fa morire" o del "volete la pace o la aria condizionata") è a questo punto cosa ridicola. Di fronte al baratro che è già in atto e che si prospetta nel giro di pochi mesi, Draghi sarà finalmente ricordato come (a lui stesso piacendo) il nonno senile e svanito, perfin rimpianto.

Giorgia Meloni, politicante accorta e capace di manovra, sta dimostrando la scoperta dell'acqua calda, ovvero che il politicante e lo statista sono due mestieri contigui seppure diametralmente diversi, e che, si pensi che strano, per governare una nazione ci vogliono gli statisti, non i politicanti, soprattutto di paesi corrotti e crassamente disinibiti e disfunzionali come la Italietta di Silvio Berlusconi e dei suoi alleGati di Sgoverno del PDelinquenziale, o perfino del povero piccolo grande bluff grillino; quello dei già dimenticati Dibba e Gigggino 'O Bibbbitaro o del dimenticando elegante leguleio foggiano assurto ad improbabilissimo tardivo Masaniello. Ma almeno lui è stato un prodotto della (fintissima) Seconda Repubblica, se non proprio della Prima; un suo alibi almeno lui ce lo ha, dietro la discreta pochette.

La Prima Repubblica produsse Giorgia Meloni; a lei dunque il compito di seppellirla, con tutto il paese dentro.

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