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Migranti, in Albania pronti e operativi i centri di accoglienza italiani voluti da Meloni: ecco come sono

di Redazione

A Gjader il cento di accoglienza per ospitare i primi 400 migranti, al porto di Shengjin l'hotspot per identificare chi verrà soccorso in mare da navi italiane

Migranti, in Albania pronti e operativi i centri di accoglienza italiani voluti da Meloni: ecco come sono

Pronti e operativi i centri di accoglienza voluti dal governo. A Gjader, un ex sito dell'Aeronautica militare albanese, è stato completamente ristrutturato e ora ospita un centro di accoglienza allestito dall'Italia, pronto a ricevere fino a 400 migranti nella sua fase iniziale. Il centro, realizzato grazie all'accordo tra la premier Giorgia Meloni e il leader albanese Edi Rama, accoglierà uomini non vulnerabili provenienti da Paesi considerati sicuri, con l'obiettivo di rimpatriarli rapidamente dopo la valutazione delle loro domande di asilo.

Al porto di Shengjin è stato creato un hotspot per identificare i migranti soccorsi in mare esclusivamente da navi italiane. Dopo la registrazione delle loro generalità, i migranti saranno trasferiti a Gjader, situato a circa 20 chilometri nell'entroterra. Qui sono state realizzate tre strutture: un centro per richiedenti asilo (880 posti), un centro di permanenza per rimpatri (Cpr, 144 posti) e una piccola prigione (20 posti).

Il complesso è circondato da una recinzione alta 5 metri, con prefabbricati che ospiteranno i migranti, mentre in un’area separata saranno collocati coloro la cui domanda viene respinta, in attesa di rimpatrio. Chi commette reati sarà destinato al penitenziario presente all’interno del campo. L'intero centro occupa circa 70.000 metri quadrati e il suo perimetro si estende per oltre due chilometri, situato tra un costone montano e un fiume, protetto da muri di cemento e reti metalliche.

All’ingresso, si trova il primo punto di controllo e nei pressi ci sono quattro edifici di due piani, costruiti con moduli prefabbricati, destinati al personale italiano, comprese le forze dell'ordine e i membri dell'ente che gestisce il centro. Una strada asfaltata conduce all'area dei migranti, isolata da un ulteriore recinto. Le camere, con pavimento in cemento, ospiteranno gruppi di quattro persone e sono dotate di letti a castello, armadi e un piccolo tavolo con sedie. Tutti gli spazi sono climatizzati e un capannone nelle vicinanze offre docce e servizi igienici. Ci sono anche una mensa, uno spazio per la preghiera, una sala TV e un'infermeria.

Lungo i lati dell’ingresso si trovano vari uffici per gestire le pratiche amministrative e le procedure per i richiedenti asilo, con aule per le udienze, stanze per avvocati e spazi per videoconferenze. Il personale di diversi ministeri sarà presente per supportare queste procedure. In un'altra area recintata del campo, è situato il centro di rimpatrio, dove sono accolti i migranti le cui domande sono state respinte e che devono lasciare l'Albania, attualmente in grado di ospitare alcune decine di persone.

Qui, le misure di sicurezza sono più severe: le finestre sono sbarrate e le porte delle camere si aprono su piccoli cortili interni chiusi. Il campo include anche una prigione, già operativa, con celle dotate di TV, frigorifero e bagni, e aule per le procedure giudiziarie che possono essere gestite tramite videoconferenza con i magistrati italiani.

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