Politica

Successi del Marocco, gas del Qatar. Perché le tangenti toccano il calcio

Di Alberto Maggi

Il pallone strumento per gli interessi geopolitici - Intervista a Alessio Postiglione, autore di "Calcio e geopolitica"

Come entra in gioco il gas?
"Il Qatar è in prospettiva la principale potenza gasifera al mondo, oggi con una produzione di 24 trilioni di metri cubi di gas. L'Europa, per sostituire il gas russo sotto embargo, dovrà affidarsi a questo piccolo Paese. Influente al punto da aver organizzato i Mondiali ma anche di essere il Paese degli Accordi di Doha. È al Qatar che gli americani hanno dato la gestione dell'Afghanistan post Taliban. Non dimentichiamoci che il Qatar ospita anche l'aviazione generale americana nella base di Al Udeid, dove si trasferì da Prince Sultan in Arabia Saudita. Un'onta per Ryad".

 

E il Marocco? Non è un Paese ricco di gas.
"No, ma è un Paese strategico. Proprio per il Sahara occidentale passerà il gasdotto proveniente dalla Nigeria e che, alla fine, pomperà gas in Spagna e, da lì, all'Europa. Sempre nell'ottica di sostituire le forniture russe, da est a ovest, Doha e Rabat sono fondamentali. Corruzione del Qatar al Parlamento Europeo. Doha ha un pessimo registro sui diritti umani".

Che idea si è fatto?
"Proprio perché il calcio è strumento di politica, soggiace agli arcana imperii. Le accuse di corruzione dibattute fino ad oggi riguardano innanzitutto la Fifa, giova ricordarlo: ma sono ferme ad un nulla di fatto. È praticamente nell'assegnazione di tutti i Mondiali dall'epoca di Havelange che ci sono accuse di questo tipo. Il presidente dell'Asian Football Association, poi scagionato, Mohamed Bin Hammam, fu accusato poi dal presidente CONCACAF, l'americano e corrottissimo, reo confesso, Chuck Blazer. E gli americani avevano qualche sassolino nella scarpa, visto che il mondiale 2022 volevano organizzarlo loro. Anche il tribunale americano che ha seguito la faccenda ha condannato solo tre ufficiali Fifa e nessun qatariota.
Inoltre, non solo il Parlamento europeo ma anche l'International Labour Organisation avevano lodato i passi avanti del Qatar sui diritti del lavoro, criticando i numeri forniti dal Guardian sui decessi dei lavoratori migranti.  Insomma, può essere che il Qatar abbia agito in modo illegale, lo appureranno i magistrati. La verità è che il calcio è la continuazione della guerra con altri mezzi, con tutti i connessi di opacità e mezzi non convenzionali.
D'altronde, in Europa si parla molto di diritti del lavoro in Qatar e ci si dimentica delle accuse rivolte alle fondazioni qatariote di aver finanziato addirittura la jihad, raccolte in un libro francese, The Qatar Papers. Cose per me anche più gravi ma sulle quali non si indaga più di tanto.
Sicuramente, per la sinistra coinvolta nello scandalo, il Qatar è una sorta di caso Soumahoro applicato al calcio. Bisogna ricordare che la sinistra ha spesso trescato con il Qatar perché appoggiava la causa palestinese, fino a finanziare Hamas. Ma anche di questo fatto, visto che il Qatar andava bene per finanziare "la cooperazione" in Palestina, nessuno dice nulla".