Politica
Nei luoghi d'infanzia del premier Conte. Candela e la magia della Puglia
Non so quanti di voi abbiano provato a trascorrere una vacanza all'insegna della semplicità, immergendosi negli usi e costumi di un paesino, senza scegliere mete esotiche o luoghi battuti dal turismo di massa. Ti trovi a osservare piccoli particolari che ti entrano dentro, magicamente e prepotentemente, emozioni irripetibili miste, nel mio caso, ad un caldo arido e polveroso che si imprime eternamente nella mente, nella pelle. Qualche anno fa, io e Sara, la mia fidanzata dell'epoca, partimmo dalla nostra Toscana e giungemmo in Puglia raggiungendo Candela. L'energia di questo piccolo paesino la percepii già prima di arrivare: ci fermammo su una piccola rotonda, per mezz'ora, non passò nessuno... sembrava di essere nel deserto, di essere soli, lontani dalla civiltà, anzi, sembrava che la civiltà non fosse mai esistita! Ne approfittai per mettere sotto i denti una mela ed un po' di tonno (ero a dieta...). Da questa rotonda iniziava la salita del colle sulla cui vetta si trovava Candela.
Una volta arrivati parcheggiai davanti casa della gentilissima zia di Sara (la gentilezza pugliese è un mix tra dignità ed umiltà, tra rispetto e fiducia) in un piazzale per metà sterrato, successivo ad una discesina e c'erano dei panni stesi. Questo "non luogo" faceva da premessa ad una abitazione con interni curatissimi e a dei cioccolatini che erano lì ad attenderci. Visitammo le stradine interne, stradine di altri tempi con storie uniche (perfino "esoteriche"), storie di cui nessuno ci parlerà più: immaginai come vivevano molti anni fa e perfino chi ci viveva quando ancora la modernità non aveva fatto il suo corso. Successivamente la zia ci portò dal panettiere della cittadina (prodotti locali straordinariamente buoni e genuini) e rimasi fermo perfino ad osservare dei semplicissimi fori in cemento (forse tubature) sulla collina di fronte, immersi in un verde arido e rarefatto ma prepotentemente vivo. La mia coscienza si mise a danzare al punto che, mesi dopo, quel posto mi mancava e cercai di affrontare un concorso a Candela (ma alle email per avere i dettagli non ricevetti risposta). No Candela non era nel mio destino. In quel senso no, ma già mi aveva regalato qualcosa che adesso fa parte di me.
Ho appreso circa un mese fa che il Presidente del Consiglio avrebbe trascorso l'infanzia proprio a Candela. Che dire, come i lettori sapranno non risparmio a Giuseppe Conte critiche feroci (a mio avviso meritate) ma non posso che essergli vicino quando so che certe emozioni, magari le stesse, le avrà vissute con eccezionale intensità.