Nobel economia Krugman contro Mattarella. Preferisce l'euro alla democrazia
Nobel economia Krugman, dure critiche a Mattarella: preferisce l'Euro alla democrazia. Krugman non è un populista ma fa capire perché la scelta è sbagliata
Interviene sulla crisi italiana anche il premio Nobel all'economia Paul Krugman che con due twitt esprime dure critiche sul mancato governo M5S-Lega a causa del rifiuto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di accettare come ministro dell'Economia il professor Paolo Savona.
Krugman non è certo un “populista” o vicino alle posizioni di forze come il M5S e la Lega ed è professore di Economia e di Relazioni Internazionali all'Università di Princeton. Ha vinto il premio Nobel nel 2008 per la sua analisi degli andamenti commerciali e del posizionamento dell'attività economica in materia di geografia economica.
Krugman nel primo twitt: "E' veramente orribile: non è necessario che ti piacciano i partiti populisti che hanno vinto un chiaro mandato elettorale, per essere sconvolti dal tentativo di escluderli dal potere perché vogliono un ministro delle finanze euroscettico.”
Al primo twitt Krugman fa seguire un secondo che sembra una risposta implicita a quella parte di opinione pubblica che si è affidata, come Mattarella, ai desideri dei mercati finanziari. Krugman accenna anche a quali conseguenze può portare su campo globale europeo una scelta del genere: “La fede nella moneta unica supera la democrazia? Veramente? Le istituzioni europee stanno già soffrendo di mancanza di legittimità a causa del deficit democratico. Questo renderà le cose molto peggiori”
Il premio Nobel si era già espresso criticamente sulle politiche dell'eurozona ma non è stato in passato meno tenero sulle manovre di Quantitative easing volute dalla Banca Centrale: “La politica monetaria convenzionale ha un effetto pari a zero. E’ molto difficile addurre prove sul fatto che le manovre di Quantitative easing hanno effetto solo in quanto cambiano le aspettative della gente. La politica monetaria è un fattore molto marginale in quello che sta accadendo”, e ancora, “la cosa principale che avremmo dovuto imparare è che la politica monetaria non è sufficiente. E’ davvero necessario che ci sia anche una politica fiscale. Ma ciò non sta accadendo”.
La situazione italiana appare di non facile soluzione. Entro oggi Cottarelli, nominato da Mattarella, dovrebbe proporre i ministri e il nuovo governo. Una volta ratificati i nomi dal presidente della Repubblica, dovrà recarsi entro dieci giorni in Parlamento per ricevere la fiducia delle due Camere. Fiducia che sarà difficile ottenga vista l'opposizione dura di M5S, Lega e Fratelli d'Italia che esprimono la maggioranza.
D'altronde Mattarella ha dato a Cottarelli un incarico al buio, sapendo che molto probabilmente non ha i numeri per avere un governo. La domanda lecita da farsi è: Perché a Cottarelli sì e a Salvini, che esprimeva la prima coalizione vincitrice, no? O a Di Maio direttamente e in prima istanza? Perché Cottarelli la pensa in un modo affine al presidente Mattarella?