Politica

P. Chigi, incontro Draghi-Salvini. "Interventi mirati, sintonia con Draghi"

Il leader leghista: "Sottosegretari, noi pronti. Altri no"

Mezz'ora di incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il segretario della Lega Matteo Salvini.

"Abbiamo parlato di riaperture. Sarebbe banale parlare di sottosegretari". Cosi Salvini uscendo con Palazzo Chigi dopo l'incontro con Mario Draghi.

"Non ho da commentare nulla. Noi siamo a posto. Noi saremmo pronti a partire anche adesso fra un minuto, altri hanno difficolta'". Così il segretario leghista Salvini, uscendo da Palazzo Chigi, al termine di un colloquio con Mario Draghi, parlando del nodo sottosegretari.

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Ho incontrato il presidente Draghi, bisogna accelerare su piano vaccinale (a rilento per errori nei contratti, se di Arcuri o di Bruxelles lo giudicherà la storia), riaperture, salute, rimborsi e lavoro. Proprio questa settimana al ministero dello Sviluppo economico ci sarà un incontro con le industrie farmaceutiche per ragionare di una produzione italiana, visto che dovremo contrastare il Virus anche per i prossimi anni e occorre diventare indipendenti nella produzione dei vaccini.

Sono inoltre contento che governatori di tutti i colori politici, come Stefano Bonaccini, convengano con noi che riaprire i ristoranti alla sera sia una proposta di buonsenso: se puoi pranzare in tranquillità e a distanza e in tranquillità, puoi anche cenare.

No a lockdown nazionali, sì a interventi mirati ove sia necessario - come in provincia di Brescia - perché con la salute della gente non si scherza.

Rimborsi immediati ma anche riapertura, dove la situazione sanitaria territoriale lo consenta, di altre attività come palestre, impianti sportivi, teatri e cinema in grado di adottare rigorosi protocolli.

Dove c’è una realtà lavorativa che chiede aiuto, la Lega c’è: siamo entrati al governo per contare e portare la loro voce.

Covid: Salvini, sintonia con Draghi per interventi mirati - "Noi siamo per la tutela della salute, ma con interventi mirati e in questo c'e' sintonia con il presidente Draghi e son contento. Se c'e' un problema in quella zona, in quella provincia, come ad esempio a Brescia, intervieni in provincia di Brescia, non e' che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita: se si puo' pranzare tranquilli, allora si puo' cenare tranquilli". Cosi' il segretario leghista Matteo Salvini, rispondendo alle domande dei cronisti, al termine del colloquio con Mario Draghi. Quindi, non e' vero che il governo Draghi e' rigorista? "Chiedetelo a lui. Io non mi permetto di mettere in bocca ad altri dichiarazioni - ha risposto -. Ma penso che ci sia voglia di cambiamento anche da questo punto di vista. Certo attenzione, cautela, se ci sono terapie intensive occupate non si scherza con la salute della gente. Pero' alcune norme di buon senso, quelle sui ristoranti ad esempio mi sembrano palesi: se sono sicuri a pranzo, allora lo sono anche a cena. E poi alcune realta' iper controllate come le palestre piuttosto che i teatri, allora perche' no?".

Vaccini: Salvini, bene ipotesi produzione italiana - "Sono contento che un ministro leghista come Giorgetti abbia un incontro con le industrie farmaceutiche per pensare a una produzione italiana. Se si riescono a portare le industrie farmaceutiche a sostenere una produzione vaccinale italiana - non uso il termine sovranita' ma non dovere dipendere da altri - mi lascerebbe piu' tranquillo". E' quanto ha affermato il segretario leghista Matteo Salvini, che ha riferito di aver parlato del piano vaccinale con Mario Draghi. "Andremo avanti almeno per due anni percio' servono vaccini, dal momento in cui cominci ad avviare la produzione servono 4 mesi, se cominci a marzo vuol dire che per l'estate hai una produzione del vaccino fatta in Italia e quindi non dipendi da Bruxelles o dalla multinazionale x o y". A chi gli chiedeva un commento al ruolo di Domenico Arcuri, Salvini ha risposto: "Noi vogliamo dare il nostro contributo. Il giudizio su Arcuri lo dara' la storia".