Borsellino, la verità è vicina
Borsellino, il più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana
Con «il più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana», come l' ha definito l' ultima sentenza, lui non c' entra. Perché il falso pentito Vincenzo Scarantino stava già parlando da cinque mesi - e aveva già verbalizzato le sue prime bugie - quando il pubblico ministero antimafia Nino di Matteo ha cominciato a occuparsi delle stragi del 1992, scrive il corriere della sera. Che oggi accusa: «Il depistaggio sulla morte di Paolo Borsellino è cominciato un minuto dopo l' attentato, con il furto dell' agenda rossa del magistrato, poi è continuato con la costruzione delle prove a carico di Scarantino, necessarie al falso pentimento». E aggiunge: «Oggi siamo a un passo dalla verità, anche grazie al lavoro mio e di altri colleghi che ha portato alle condanne in primo grado sulla trattativa Stato-mafia. Non è giusto accostarci all' ipotesi di depistaggio, in maniera strumentale, da parte di chi non vuole che si vada avanti nella ricerca della verità. Temo che distogliere l' attenzione concentrandosi solo sulla vicenda Scarantino, come sta avvenendo, possa impedire e bloccare questo percorso».
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