ChiantiBanca, pasticcio del governo
Il banchiere bini smaghi (societe generale) sarà anche presidente del gruppo toscano.
ChiantiBanca, pasticcio del governo. Una parola nel provvedimento salva l' istituto cooperativo dalla super riforma
Un errore materiale nel comunicato del governo - e nelle dichiarazioni fatte in conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri - e il testo del decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Ma anche prendendo per buona questa ricostruzione, il caso resta. Perché quell' errore materiale fa la differenza per ChiantiBanca tra poter trasformarsi in società per azioni o essere obbligata ad aderire alla riforma delle Bcc.
Partiamo dall' inizio: il comunicato che ancora ieri si poteva leggere sul sito del governo recita: «La Bcc che non intende aderire ad un gruppo bancario, può farlo a condizione che abbia riserve di una entità consistente (almeno 200 milioni) e versi un' imposta straordinaria del 20 per cento sulle stesse riserve». Con questo criterio, ChiantiBanca è fuori. Le sue riserve sono pari a circa 180 milioni di euro. Poi lunedì esce in Gazzetta il decreto e le "riserve" diventano "patrimonio netto". La differenza è sostanziale. Il patrimonio netto, scrive Paolucci sulla stampa, di un' impresa è costituito infatti dal capitale più le riserve più gli utili o le perdite dell' esercizio. Di fatto, il tetto per restare autonomi viene abbassato. E ChiantiBanca, sulla base del parametro dei 200 milioni di patrimonio netto, magicamente può scegliere di restare autonoma.