Cyber War al M5s: il caso Rousseau dai pm
La pubblicazione di nomi, cognomi, indirizzi e donazioni effettuate ha gettato nel panico gli attivisti del Movimento. Che ora pensano a un esposto alla Procura e al garante della privacy. Il nodo della questione lo racconta al Giornale l' avvocato romano Lorenzo Borrè, ex grillino ora in prima linea in tutte le cause contro Beppe Grillo: «Io sono stato iscritto al M5s e, come da disclaimer nel blog, ho fornito la disponibilità al trattamento dei dati a Grillo.
Tutto questo è andato avanti fino al gennaio-febbraio 2016, quando è stata fondata la piattaforma Rousseau, che fa riferimento all' omonima associazione ed è quindi un soggetto-terzo. Il sospetto è che siano stati trasferiti tutti i dati sensibili degli iscritti all' interno di Rousseau, ma in questo caso Beppe Grillo avrebbe dovuto chiedere prima il consenso a ogni utente».
Borrè ha già ricevuto un mandato da un gruppo di iscritti provenienti da tutta Italia e al rientro dalle vacanze dovrebbe mettersi al lavoro per approfondire la questione. Ma l' idea degli attivisti è quella di «presentare un esposto alla Procura e al garante della privacy per costituire una class action». Così si configurerebbe il reato di «trattamento illecito di dati sensibili», con l' aggravante che la Casaleggio non è stata nemmeno in grado di proteggere adeguatamente la privacy degli iscritti. Insomma, una situazione del tipo: «Tu hai acquisito i miei dati e me li hai pure fatti rubare» conclude Borrè.