Discorso di fine anno; il Presidente rottama Renzi
Franceschini e Berlusconi i migliori alleati del Colle
Nel suo discorso di fine d’anno il Presidente Mattarella, senza mai citarlo, ha rottamato i progetti di Renzi. Ha confermato che non scioglierà le Camere senza una legge elettorale chiara e tutto lascia prevedere che manderà a votare gli italiani nel 2018. I sussurri dal Colle dicono che ci sia in questo senso già un’intesa con Dario Franceschini il politico con il quale è in maggior
sintonia, ma anche con Berlusconi avendo con lui riallacciato un filo
diretto. Dal Quirinale, scrive Bisignani sul Tempo, lasciano trasparire che questa strategia è legata anche a due obiettivi: sfiancare la forza d'urto del M5Stelle, vero incubo quirinalizio ed attendere, finché è possibile, la decisione della Corte Europea dei diritti dell’Uomo sulla legge Severino, prevista per febbraio 2018 che potrebbe consentire a Berlusconi di candidarsi. Quasi
una beffa, continua il Tempo, per Renzi che ha mandato in frantumi la sua assicurazione sul
Nazareno sparigliando proprio su Mattarella il quale ha confermato la
vecchia affermazione di un altro dc di razza e suo predecessore, Francesco Cossiga: il Presidente della Repubblica resta e il Capo del
Governo va a casa indipendentemente dai sentimenti di riconoscenza.