Giornalisti: J'accuse di Iacopino
La categoria ha perso credibilità. Già, ma lui dov'era nel frattempo?
"Il recupero della credibilita' della categoria si e' rivelato un vero fallimento". Lo ha dichiarato il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino: "Prevalgono un gioco perverso e irresponsabile di opposte militanze, il settarismo, la superficialita', le urla, le volgarita'. C'e' chi si compiace di galleggiare tra gelati e patate. Perfino la trasmissione di segnalazioni ai Consigli di disciplina territoriali, un atto imposto dalle leggi e dalle norme interne, diventa materia per polemiche, alimentate da "professori del diritto" che si dividono equamente tra analfabeti del diritto e oltre. Non so dove siano finiti il rispetto rigoroso per la verita' e per la dignita' delle persone, al quale ci ha richiamato Papa Francesco. No, non riesco a ritrovarmi piu' in questo modo di fare informazione". Iacopino sottolinea inoltre che "l'equo compenso, una battaglia dell'Ordine tesa a dare dignita' e speranza alle migliaia di "ultimi" di tante eta', e' morto. Assassinato da fuoco amico! Da chi ha accettato che si codificasse il prezzo della schiavitu': 4.980 euro (tasse, spese, foto, video, abstract per l'on line) per il lavoro di un anno. Vergogna, non per chi lo impone, ma per chi tra noi se ne e' fatto complice. "Il "padrone" non e' il lettore, come scriveva Indro Montanelli, ma per alcuni l'interesse a volte personale, il business, il burattinaio di riferimento, contribuendo ad alzare barriere, a creare ghetti, ad alimentare un clima che non portera' a nulla di buono per il Paese - scrive ancora -. Ho provato, ho tentato di evitare questa deriva legata anche a norme che consentono ad editori improvvisati non solo di maramaldeggiare sfruttando i colleghi, ma di piegare il bene primario dell'informazione ai loro interessi. Non ne sono stato capace. Scusatemi, se potete. Ne prendo atto e ne traggo, appunto, le conseguenze".