IL SISTEMA UNIVERSITARIO ITALIANO DEVE REAGIRE
STEFANO BANDECCHI FONDATORE DELL’UNIVERSITA’ NICCOLO’ CUSANO METTE SOTTO ACCUSA LE INEFFICIENZE DEL SISTEMA UNIVERSITARIO ITALIANO
Nel mondo aumentano gli iscritti all’Università e l’Italia come al solito rimane al palo con un numero cronicamente basso di laureati. Lo afferma un rapporto dell’Unesco, che stima a 200 milioni gli studenti iscritti alle Università. Stefano Bandecchi, imprenditore Livornese e Presidente della Società di Scienze Umane, fondatrice dell’Università degli Studi Niccolò Cusano invita tutti a leggere questi dati come la dimostrazione dell’inefficienza del sistema universitario italiano:”evidentemente c’è un problema nel sistema universitario che non si vuole affrontare”. Bandecchi ha sottolineato come le università nel mondo sono “gestite da manager”, e che l’espressione “più docenti più qualità non vuol dire nulla”. In Italia, infatti, non c’è obbligo di frequenza per facoltà come Economia, Giurisprudenza, e se gli studenti “non vanno in aula per l’obbligo di frequenza, che ce l’abbiamo a fare 1.000 professori?”. I ragazzi che si iscrivono e non frequentano “sono più del 65%– dice ancora- Solo il 35% è presente”. Per cui “cosa cambia a chi resta a casa?”. Il termine quantità unito a qualità “non significa niente”, il sistema universitario italiano si fossilizza sullla quantità dei docenti e non sulla qualità dell’insegnamento”, il sistema universitario italiano “non è gestito in maniera adeguata” Per Bandecchi “bisogna fare le cose nel modo giusto. Nel mondo non ci sono mai stati tanti studenti che vanno all’università. In Inghilterra ci sono tanti studenti stranieri, come in Francia e Germania, in Italia invece non ne vengono dall’estero perché siamo complicati e articolati”. “L'Università italiana-secondo Bandecchi- potrebbe cogliere un'opportunità fantastica. Con la Brexit gli inglesi hanno perso il 15% degli studenti europei e il 18% degli studenti extracomunitari. Si tratta di 650.000 studenti circa, un indotto miliardario che potrebbe valere qualche punto del nostro prodotto interno lordo, che potrebbe essere reinvestito nella ricerca e che noi continuiamo ad ignorare con un'altra legge assurda, quella che prevede che nelle Università italiane ci sia un numero chiuso di stranieri che possano entrare I tedeschi e i francesi si stanno arricchendo con questa cosa.” Facendo un salto nel passato, Bandecchi ricorda la trasmissione televisiva ‘Non è mai troppo tardi’ del maestro Alberto Manzi. E’ stato lui, continua l’imprenditore, “Il primo esempio di insegnamento ‘telematico’ di grande successo. In Italia nessuno ha fatto meglio di lui”, seguito da “21 milioni di adulti italiani. Ne è bastato uno di Manzi, che ha dato qualità”. Il maestro Manzi dunque, conclude Bandecchi, “ha dimostrato che il sistema di erogazione del corso telematico, se tenuto bene, è efficace e interessante da seguire“. Infine l’appello al Ministro dell'Università e della Pubblica Istruzione: “bisogna aprire un tavolo di lavoro con esperti di didattica, didattica e-learning e didattica in presenza. La massima qualità può portare risultati eccellenti ed è ridicolo oggi pensare che il comparto universitario italiano possa essere un comparto che crei debiti per lo Stato invece di portare denaro a questa nazione" (intervista realizzata da
Jhon Keating
*dietro questo pseudonimo si cela uno studioso, esperto di tematiche legate al mondo delle formazione universitaria