LEOLUCA ORLANDO, IL RIVOLUZIONARIO...DEMOCRISTIANO
Il sindaco nuovamente pronto a calcare le scene nazionali
La netta vittoria di Leoluca Orlando acquista un significato particolare in questa fase tormentata della vita politica nazionale. Non è usuale, infatti, rimanere al centro della vicenda amministrativa all'incirca per un trentennio. Palermo s'identifica con il suo sindaco più prestigioso e longevo.
Ora, sull'onda della riconferma a Palazzo delle Aquile, cosa farà Leoluca Orlando? Consapevole di quanto i palermitani abbiano riposto piena fiducia in lui, deve ora valutare come trasfondere il patrimonio di consensi in un possibile progetto nazionale.
L'esperienza della Rete, appassita troppo presto e in un clima di delusione, fa da sfondo ai timori degli amici del "Sinnacu" per un suo ritorno in grande stile sul proscenio della politica romana.
Orlando, in ogni caso, non intende rinunciare a una sua proiezione nazionale. Alcuni segnali portano a confermare questa sensazione: ad esempio, per quanto concerne il recinto di casa, la continua manifestazione d'insofferenza nei riguardi della gestione dell'Anci, l'organizzazione dei sindaci, ovvero al controllo che su di essa esercita il mondo renziano. Antonio Decaro ed Enzo Bianco, i veri dioscuri dell'Associazione, potrebbero rientrare nel mirino del sindaco di Palermo.
Da qui alle elezioni, per altro, non resterà immutato il quadro del centrosinistra.
Prodi guarda a Pisapia, Renzi cerca di difendersi, non senza affanno: come che sia, il nuovo Ulivo ha bisogno di riscoprire un'anima democristiana, se non vuole apparire un mascheramento della pur difficile ricomposizione del mosaico rappresentato dalle varie componenti della sinistra.
Ora, seppur con spirito e stile barricadiero, Orlando ha sempre incarnato un filone di cattolicesimo sociale e popolare, a tutti gli effetti necessario alla rinascita dell'Ulivo.
Anzi, se qualcuno volesse proprio vellicarne l'orgoglio e la passione, avrebbe modo di scoprire quanto piaccia al "rivoluzionario" Orlando rinverdire le sue radici morotee e dunque il suo essere democristiano.