Palazzi & potere

Notre Dame, un mistero che brucia...

Marco Emanuele*

Notre Dame, attentato o incidente?

Raimon Panikkar scriveva di religiosità come dimensione umana fondamentale. Nel percorrere il mistero, nel ricercare l’ignoto, i simboli della fede ci richiamano a una parte intima che non siamo, giustamente, in condizione di perdere. Ci dispiace vedere le fiamme fin dentro il mistero di Notre Dame come, allo stesso modo, proviamo dolore quando vediamo oltraggiato qualsivoglia monumento, simbolo della cultura collettiva.

Perché la religione s’ incarna, è storicamente misteriosa. Brucia la vita nel legno vitale di Notre Dame ed è la vita umana che diventa, certo triste, ricordo. I sentieri dell’uomo si accorciano, dobbiamo aggiornare la nostra visione e la nostra visuale in un tempo di profonda metamorfosi che passa anche dal passato che si annulla nel presente, ri-costruendo il futuro.

I simboli che l’uomo costruisce sono “unicum”. Di fronte al rogo di Notre Dame, si annulla la separazione tra credenti e non credenti; è impossibile, infatti, non riconoscerci, non credere, in qualcosa che ci supera. La perdita dei simboli, che portano dentro i miti, è questione di “sentimento della storia”. Mai come oggi, in un mondo fortemente interconnesso, la potenza del sentimento è tornata alla ribalta della Storia e di ogni nostra storia: qualcuno la usa per il male assoluto, banale. Qui, invece, si richiama il sentimento come potenza vitale dell’uomo che – attraverso la sua opera – ri-crea la creazione, comunque ciascuno di noi pensi si sia originata.

Notre Dame è un lutto. Confidiamo nel talento dell’uomo di ricostruire, di ripensare quel simbolo per riallacciare il filo invisibile del mistero storico che si è tragicamente spezzato. Abbiamo il dovere del dolore nella speranza del nostro credere che il mistero dell’uomo, mistero di noi, ci è parte indipensabile e che, se si spezza, è destinato a riprenderci, a riconquistarci, a farci ri-sorgere.

Notre Dame, in tale visione, diventa anche possibilità: di pace, di giustizia, di nuovo inizio. Questo è un mondo traumatico e ogni trauma, come ogni crisi, apre altre porte, sollecita il senso di una lotta che dobbiamo ingaggiare: il salvare, l’avere cura dei “nostri” (in senso di umanità) simboli è condizione indispensabile del progettare.

Tutti, nel momento in cui i telegiornali trasmettevano le immagini di Notre Dame in fiamme, ci siamo immediatamente domandati se si fosse trattato di un attentato o di un incidente. A chi scrive non interessa la risposta, forse essa appartiene alla cronaca: qui si riflette nel mistero che brucia, quella sorta d’inferno nel cuore di un’Europa che ha la responsabilità storica di re-agire (ritornare ad agire), di ri-trovarsi nei suoi simboli vitali, e a partire da essi.

*Studi Internazionali Link Campus University