Palazzi & potere

Rai, Campo dall'Orto lascia. Chi dopo di lui? Minoli la carta coperta di Renzi

Piace anche ai berlusconiani e all'Opus Dei

Il ministro dell'Economia Padoan incontra d'urgenza Campo Dall'Orto (l'incontro inizialmente era previsto per la settimana prossima)  e riprende prepotentemente il toto-dg.

Vediamo nel dettaglio: in caso di soluzione interna le prime scelte sono Valerio Fiorespino, già direttore del personale in Rai e Luciano Flussi attualmente a capo di Rai Pubblicità. Ovviamente da tenere d'occhio Monica Maggioni che aspira a traghettare la Rai in questo anno elettorale. Stesso discorso per Mario Orfeo, inviso ai grillini ma monto bravo nel gestire le partite di potere.

Molti gli 'aspiranti' anche dall'esterno dell'azienda di Viale Mazzini: in particolare i bene informati giurano che la carica di dg possa interessare a Giancarlo Leone (seppure abbia smentito), al redivivo Cappon, a Paolo Ruffini (ora a tv 2000) e addirittura al sempreverde Franco Bernabè (amico del giglio magico via Carrai).

Ma la carta che potrebbe accontentare tutti potrebbe essere quella di Giovanni Minoli: grande conoscitore della macchina Rai e gradito a tutti, dai berlusconiani ai renziani.

Ed anche apprezzato dell'Opus Dei.

ECCO CHI E' GIOVANNI MINOLI - Nato a Torino il 26 maggio 1945, Giovanni Minoli è un pubblicista, conduttore televisivo e dirigente d'azienda italiano.

Figlio del professor Eugenio Minoli, esperto di arbitrato internazionale[1], è cugino di Giovanna[2] e Francesca Melandri[3]; dopo gli studi liceali presso l'Istituto sociale di Torino si laurea in giurisprudenza.

Genero dell'allora direttore generale Ettore Bernabei e marito di Matilde[4][5][6], nel 1972 entra in Rai, della quale diventerà dirigente nonché autore e produttore di programmi tra i più prolifici. Raggiunge la conoscenza del vasto pubblico negli anni Ottanta con la conduzione di Mixer, programma di informazione giornalistica edito da Rai 2. Politicamente vicino alle posizioni del Partito Socialista Italiano, fu spesso criticato per il suo impegno a favore del PSI, reso evidente anche in un'intervista del 1987, in cui Minoli, pur da dipendente del servizio pubblico radiotelevisivo, apparve quale comprimario di Bettino Craxi in un'intervista-spot: seduti alla cassa di un supermercato, i due interlocutori furono protagonisti di un messaggio per la campagna elettorale del Partito Socialista Italiano[7].

Dopo essere stato per dieci anni capostruttura di Rai 2, è stato direttore della stessa rete tra il 1993 e il 1994, e direttore della struttura Format, unitamente a Rai 3, dal 1996 al 1999. Come autore di programmi, oltre a Mixer, del quale è stato anche conduttore, ha prodotto decine di programmi, molti dei quali appartengono alla storia della televisione italiana come Quelli della notte con Renzo Arbore, Blitz con Gianni Minà e Aboccaperta di Gianfranco Funari. Sempre attraverso Format ha curato nel 1995 il progetto Davvero, considerato il primo reality show italiano.

Tra il 1996 e il 1998, da direttore di Rai 3, ha portato, in prima serata, la medicina con Elisir, la storia con La grande storia, l'economia con Maastricht Italia e vari documentari. Minoli ha anche realizzato il primo progetto di fiction Un posto al sole. Dal gennaio 2000 ha ricoperto la carica di Direttore Generale Prodotto di Stream. Nel luglio 2002 è stato nominato direttore di Rai Educational; alla sua direzione si deve, tra l'altro, il successo di La Storia siamo noi (Premio Ilaria Alpi 2003, Premio Regia Televisiva, 2005, Premio Ischia internazionale di giornalismo al miglior giornalista), di cui è pure autore.

Ha lanciato una nuova soap-opera, Agrodolce, ambientata in Sicilia e andata in onda su Rai 3 dal lunedì al venerdì alle 20.10, con un ascolto medio, nei primi mesi di trasmissione, del 5-6%. Il 2 febbraio 2009 Minoli è stato nominato direttore del canale televisivo Rai Storia e dal 19 ottobre 2009 è diventato direttore del canale Rai Scuola, mantenendo comunque la direzione di Rai Educational. Lascerà tali cariche dopo il 27 maggio 2010 a causa del pensionamento. Nonostante ciò, il 27 aprile 2010 il consiglio di amministrazione della Rai l'ha nominato coordinatore della struttura che si occupa della programmazione in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia.

Nel gennaio 2009 ha vinto il Premio Buone Notizie, consegnato a Caserta nel gennaio dello stesso anno. Da settembre 2009, è presidente del Museo d'arte contemporanea del castello di Rivoli[8].

Nel 2010 ha lanciato Citizen Report, trasmissione di giornalismo partecipativo realizzata dalla Rai[9], condotta da Federica Cellini.

Nel luglio 2013, ha dato addio alla Rai per collaborare con Radio 24, dove conduce Mix 24, in onda tra le 9 e le 11, riprendendo il format di Mixer.[10]

Da novembre 2016 approda a LA7 per condurre il talk Faccia a faccia.

All'inizio degli anni Novanta venne imitato da Corrado Guzzanti durante la trasmissione Avanzi: il Minoli interpretato dal comico era un sanguinario, appassionato di omicidi e stragi di cui raccontava i retroscena, i protagonisti e soprattutto i dettagli più macabri, nel descrivere i quali si esaltava e provava un perverso piacere. Dal punto di vista politico, l'attore romano lo rappresentò come un protetto di Bettino Craxi, pronto a servire fedelmente il "padrone" nei suoi servizi. Minoli non si arrabbiò per la caricatura in sé per sé, ma considerò eccessivi i riferimenti al leader del garofano.
    Considerato appartenente — nella cosiddetta Prima Repubblica — alla «covata» dei giornalisti e dirigenti RAI di fedelissima osservanza socialista, la sera del 29 aprile 1993 era di turno alla redazione del telegiornale e consentì la messa in onda senza censure della contestazione a Bettino Craxi in largo Febo[11].

Opere

    Italiani così. Makno-mixer in 114 sondaggi le opinioni, i valori, il cambiamento degli italiani negli anni Ottanta, a cura di e con Mario Abis, Roma, Ediesse, 1986.
    I re di denari. Faccia a faccia con gli acchiappamiliardi. Agnelli, Benetton, De Benedetti, Gardini, Lucchini, Romiti, Schimberni, Milano, A. Mondadori, 1987. ISBN 88-04-30207-0.
    Eroi come noi, con Piero A. Corsini, Roma-Milano, Rai-ERI-Rizzoli, 2006. ISBN 88-17-01355-2.
    Quella maledetta estate, con Piero A. Corsini, Roma-Milano, Rai-ERI-Rizzoli, 2007. ISBN 978-88-17-01709-1.
    Opus dei, con Stefano Rizzelli, Roma-Milano, Rai-ERI-Rizzoli, 2008. ISBN 978-88-17-01896-8.
    La storia sono loro. Faccia a faccia con trent'anni d'attualità, con Piero A. Corsini, Milano, Rizzoli, 2010. ISBN 978-88-17-04534-6.

Onorificenze

Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria  Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
 «Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 31 maggio 2010[12]

Note

    ^ Salvatore Merlo, La Rai sono stato io. Renzi e Fanfani, papaveri e Papi. Ecco l'Italia (non solo) catodica di Ettore Bernabei, Il Foglio, 17 marzo 2015.
    ^ Aldo Grasso, Melandri, il cugino Minoli e la guerra a Iseppi, in Corriere della Sera, 27 gennaio 1998, p. 9. URL consultato il 9 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il ).
    ^ Barbara Gambino, Melandri: "Il mio Alto Adige", in Trentino, 6 maggio 2010, p. 45. URL consultato il 13 novembre 2012.
    ^ Mario Guarino, Mercanti di parole. Storia e nomi del giornalismo asservito al potere, Edizioni Dedalo, Roma 2012, p. 135.
    ^ Giovanni Minoli, Piero A. Corsini, La storia sono loro: faccia a faccia con trent'anni d'attualità, Rizzoli, Milano 2010, p. 19
    ^ Ettore Bernabei, Giorgio Dell'Arti, L'uomo di fiducia: i retroscena del potere raccontati da un testimone rimasto dietro le quinte per cinquant'anni, Mondadori, Milano 1999