Palazzi & potere
Ruini: la Chiesa italiana è in declino
Ruini: la Chiesa italiana è in declino
Il Cardinale Camillo Ruini vede un declino della Chiesa italiana: lo dice in un'intervista al Corriere della Sera. "Questo declino non puo' non preoccupare - spiega -. Occorre reagire: un compito che spetta ai laici credenti, ma anche alla Chiesa come tale. Oggi e' piu' difficile di qualche anno fa; ma non e' impossibile". Temi come la difesa della vita e della famiglia "fanno parte assai meno di prima" dell'agenda politica ma "non sono spariti". Per assistere le persone colpite dalla pandemia "hanno perso la vita, accanto a tanti medici e infermieri, anche molti sacerdoti e religiose. La Chiesa italiana si e' confermata anche in questa occasione una Chiesa vicina alla gente". Cent'anni fa "era italiana la maggioranza assoluta dei cardinali - ricorda Ruini -. Con Pio XII e' iniziata l'internazionalizzazione, piu' in sintonia con la cattolicita' o universalita' della Chiesa, che con Papa Francesco sta conoscendo un ulteriore sviluppo. Naturalmente deve esserci un limite anche a questo processo. Non sarebbe bene che l'Italia fosse sottorappresentata". A ogni modo, "la nazionalita' sia italiana sia non italiana non deve essere ne' una colpa ne' un titolo di merito". La corruzione, "specialmente in alto loco, e' una delle piu' gravi piaghe della Chiesa. Da giovane pensavo che si trattasse di un problema del passato ormai remoto; ma mi illudevo. Continuo a sperare che ne usciremo, con l'aiuto di Dio e facendo ciascuno la propria parte". Esiste un movimento conservatore internazionale contro Francesco "ma ha varie accentuazioni e sfaccettature. Solo pochi possono davvero essere considerati 'contro' Papa Francesco: ad esempio, non tutti coloro che hanno formulato qualche critica con intenti costruttivi". Oggi in Italia Ruini non vede uno spazio per un partito dei cattolici, che "devono puntare sui contenuti dell'azione politica" e "devono collaborare con chi, cattolico o no, condivide tali contenuti". A Salvini e a Giorgia Meloni, "vorrei dire che se vogliono fare il bene del Paese e arrivare al governo devono sciogliere il nodo dei loro rapporti con le forze che sono stabilmente alla guida dell'Unione europea".