Paola Taverna la pjano per il c.
Le tribolazioni di una senatrice
Paola Taverna è romana verace, di quelle che puoi incontrare in qualsiasi riunione condominiale, meglio se ambientata in una periferia romana difficile.
Paola Taverna declina a perfezione il motto di Mao sul fatto che la “rivoluzione non è un pranzo di gala” perché lei è una pasionaria vera e ce la mette tutta quando c’è da difendere il “ppopolo” da un sopruso, pardon “er poppolo”.
Paola Taverna usa il linguaggio come quello dei film di Carlo Verdone o Alberto Sordi e quindi non c’è da meravigliarsi di questo video: https://www.affaritaliani.it/coffee/video/politica/rosatellum-taverna-in-diretta-dall-aula-ce-stanno-a-pija-pe-cu.html
in cui Paola esplicita con termini coloriti che “ce stanno a pijà per culo.”; sarebbe piaciuta a Pasolini non nel ruolo di Medea, per carità che in questi giorni è interpretato in teatro a Roma da un uomo, ma proprio Mamma Roma, con la sua parlata ignorante che però fa tanto popolo e tanta romanità all’estero della capitale.
Paola Taverna è una senatrice e immaginiamo come si sentirebbe Cicerone se vedesse e soprattutto sentisse il linguaggio che si utilizza ai giorni nostri lì dove lui compiva mirabilie sintattiche e semantiche, in un latino forbito, elegante e vero strumento politico. Altro che i deretani invocati dalla Taverna…