Politica
Patto di Stabilità, Meloni cerca sponde. Parigi apre: "Basta vincoli in Ue"
Il governo cerca alleanze sulla spesa pubblica. La ministra francese Boone: "Serve più crescita in Europa"
Meloni cerca l'asse con Francia e Spagna sul Patto di Stabilità. E la ministra Boone apre
Patto di Stabilità, al via le grandi manovre. Anche perché proprio sulla legge finanziaria c'è l'incognita del nuovo Patto di Stabilità che potrebbe entrare in vigore il prossimo anno. Ma il condizionale è d'obbligo: gli Stati infatti devono raggiungere un accordo sulla riforma del Patto entro l'anno. Altrimenti torneranno le vecchie regole con l'incertezza su come applicarle.
"La clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita, che prevede in caso di una grave recessione economica una deviazione temporanea dai requisiti di bilancio normalmente applicabili, sarà disattivata alla fine del 2023", conferma all'AGI una portavoce della Commissione europea. È escluso quindi ogni slittamento o proroga delle misure straordinarie che negli ultimi tre anni hanno permesso agli Stati di ricorrere al deficit - per rispondere al Covid, prima, e alla crisi ucraina, poi - senza il timore di finire in procedura d'infrazione. Tuttavia un accordo sul nuovo Patto non sembra ancora a portata dei Ventisette. Come ha ricordato il ministro per gli Affari Raffaele Fitto: "Se non si trova un accordo sul nuovo modello di Patto di Stabilità il rischio è che subentrino le vecchie regole".
Secondo Repubblica, Giorgia Meloni ha bisogno di Parigi e Madrid. "Serve un compromesso con Francia e Spagna per un nuovo Patto di stabilità. Non sono gli alleati naturali, né quelli su cui aveva puntato la destra italiana. Ma bisogna evitare il ritorno alle vecchie regole, che alla fine farebbero comodo soltanto alla Germania. Per questo, Palazzo Chigi – in stretto raccordo con il ministro Giancarlo Giorgetti - lavora su un’agenda di incontri informali e riservati. Sono colloqui che servono a sbloccare la partita".
Secondo Repubblica, "mel programma ufficioso del Forum Ambrosetti, che si tiene il prossimo fine settimana, è segnata una presenza non ancora confermata: Giorgia Meloni. Sulla carta, la presidente del Consiglio ha declinato l’invito, ma la sua partecipazione non viene ancora esclusa in modo definitivo. Sarebbe l’occasione per incrociare a margine del panel tre personalità chiave: il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, la ministra francese per gli Affari europei Laurence Boone e il commissario spagnolo alla Politica estera Ue Josep Borrell".
E proprio Laurence Boone ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui apre all'Italia. La nostra posizione "è sempre stata chiara. Noi appoggiamo nuove regole che promuovano la stabilità nel medio termine e la crescita. Siamo contrari a misure di contenimento dei conti semplicemente quantitative, che provocherebbero irrealistici aggiustamenti di bilancio. Pensiamo che vadano considerate le specificità nazionali. E bisogna conciliare le correzioni contabili con la necessità di riforme per la crescita e gli indispensabili investimenti in transizione ecologica e digitale, nonché per la difesa", dice Boone al Corriere.
E ancora: "Sappiamo che ci sono dei problemi comuni che non possiamo risolvere da soli. Per esempio l’immigrazione e su questo stiamo collaborando bene con l’Italia; oppure la risposta all’Ira, gli incentivi alle industrie americane. Possiamo lavorare insieme sul patto di Stabilità. Detto tutto ciò restano alcuni temi politici su cui divergiamo. Ma questo fa parte della politica. Per esempio la questione dei bambini all’interno delle famiglie arcobaleno".