Politica
Pd, Madia contro Serracchiani e Delrio: "Per la Camera cooptazione mascherata"
Lo scontro sulla capogruppo del Partito democratico alla Camera esplode in tarda serata, quando Marianna Madia invia la lettera alla quale ha lavorato oggi ai colleghi.
E l'accusa nei confronti del capogruppo uscente, Graziano Delrio, e' dura: "C'e' una cooptazione mascherata". Delrio si dice "addolorato" e respinge l'accusa come "parole che non corrispondono alla realta'" L'antefatto e' la richiesta di Enrico Letta di avere due donne al vertice del partito, a cominciare dai gruppi. Una richiesta che ha portato Simona Malpezzi a sostituire Andrea Marcucci al senato e che portera' una fra Debora Serracchiani e Marianna Madia alla Camera.
Per questo si era riunita l'assemblea dei deputati Pd martedi' scorso, per discutere il percorso da prendere. er questa ragione si era aggiornata a giovedi', cosi' da completare la discussione e riconvocarsi per martedi', in ultimo, per il voto. Ai nastri di partenza ci sono le due deputate, con Delrio che si dimette per consentire una discussione il piu' possibile costruttiva e senza strappi. Ma proprio a questa funzione, stando a quanto scrive Madia nella sua lettera, Delrio si sarebbe sottratto: "Quello che poteva essere un confronto sano tra persone che si stimano si e' subito trasformato in altro", scrive Madia, "con il capogruppo uscente che da arbitro di una competizione da lui proposta si e' fatto attivo promotore di una delle due candidate, trasformando ai miei occhi il confronto libero e trasparente che aveva indetto in una cooptazione mascherata".
La risposta di Delrio arriva a stretto giro: "Non ho fatto trattative anche perche' direi di aver gia' fatto la mia parte. E forse di non meritare accuse di manovre non trasparenti o di potere visto che a quel potere ho voluto rinunciare lasciando immediatamente il mio incarico. Certe parole mi feriscono oltremodo perche' non corrispondono alla realta'". Sul caso interviene anche la diretta competitor di Madia, Debora Serracchiani, chiamata in causa come colei verso la quale si sarebbe diretta la "cooptazione" esercitata dal capogruppo uscente: "L'autonomia e' stata la cifra della mia storia personale e politica, e anche quando sono stata accanto a qualcuno l'ho fatto lealmente, condividendo idee e mantenendo liberta' di giudizio. Spero che, se mai ombre o equivoci possano aver sfiorato Marianna, siano subito dissipati".
Nelle ore immediatamente precedenti la lettera, si era andata via via rafforzando la posizione di Debora Serracchiani sulla quale fonti parlamentari dem osservano un crescente consenso. "Si va verso una soluzione che evitera' lo scontro interno", pronosticava qualche ora fa un esponente della minoranza dem: "L'orientamento dei deputati e' quello e credo che Serracchiani sia in vantaggio".
Stessa impressione si ricava a scandagliare gli esponenti della maggioranza interna: "Di sicuro si votera'", veniva riferito per sottolineare che ci sara' una competizione vera e fino all'ultimo, mentre fonti di Montecitorio confermavano all'AGI che Madia stava preparando un intervento da rendere pubblico "fra oggi e domani", escludendo l'ipotesi di un passo indietro. Anzi, "e' determinatissima", veniva aggiunto. E ancora: "E' legittimo che due donne, entrambe molto stimate nel partito, si confrontino senza che questo rappresenti un dramma", rivendicava una parlamentare di primo piano. La lettera di Madia ha spazzato il campo dalle residue speranze di risparmiare a un partito gia' provato l'ennesima prova di resistenza. Ora la palla passa al Gruppo della Camera che tentera' di arrivare a una conclusione della vicenda il piu' indolore possibile.