Politica
Pd, Schlein (per ora) non rischia. Ma se Franceschini passa con la minoranza la segretaria va a casa
Tensioni sempre fortissime nei Dem dopo il voto Ue

Elly Schlein
Nardella e Ricci con la segretaria Pd
La spaccatura all'interno del Partito Democratico dopo la divisione quasi a metà nel voto al Parlamento europeo è reale e concreta. Fortissime fibrillazioni interne che continueranno almeno fino alle elezioni regionali (che non si sa ancora quando saranno). Quando Elly Schlein dichiara "confrontiamoci" - fanno notare dalla minoranza Dem - non intende certo un congresso o nuove primarie bensì una Direzione Nazionale dove, come in segreteria, la leader ha i numeri ben saldi per andare avanti e non essere sfiduciata.
Dalla parte di Schlein si è schierato, a sorpresa, l'ex sindaco di Firenze Dario Nardella, ex renziano doc. Una scelta che ha stupito molto al Nazareno e che prelude forse a qualche incarico futuro per Nardella in caso di vittoria alle elezioni politiche. L'altro big passato con la segretaria, che in passato invece era su posizioni critiche, è Matteo Ricci il quale si è subito guadagnato la candidatura alle prossime elezioni regionali nelle Marche (con discrete possibilità di successo stando ai primissimi sondaggi).
Resta però il voto del presidente Stefano Bonaccini contrario rispetto alla linea della segretaria che pesa e conta molto. Al momento le fonti interne tendono a escludere (ma non al 100%) una clamorosa scissione verso il centro di Carlo Calenda, Azione sarebbe prontissima ad accogliere i moderati e liberali del Pd. Ma le tensioni continueranno con una guerriglia sui media che non farà bene al partito, sceso nei sondaggi nazionali rispetto ai picchi del 22-23% di inizio anno. L'ago della bilancia, come da anni, è Dario Franceschini, finora silente ma al fianco di Schlein. Se l'ex ministro ed esponente della Margherita dovesse cambiare fronte allora il quadro potrebbe mutare radicalmente.
Anche perché la segretaria, spiegano le fonti Dem, non ha alcuna intenzione di lasciar scappare Giuseppe Conte e proprio con il M5S intende costruire un'alleanza politica ed elettorale non tanto e non solo per le Regionali quanto soprattutto per le Politiche del 2027. Questa posizione, ovviamente, non piace affatto a chi nel partito punta su Paolo Gentiloni come candidato per Palazzo Chigi. E sono in tanti. Primo fra tutti Romano Prodi, oltre ovviamente a Lorenzo Guerini e anche Piero Fassino. Il punto è che al momento i numeri nella direzione e in segreteria non lasciano dubbi, Schlein resta in sella senza problemi.
Ma se ci fossero altre tensioni, altri voti contro la linea europeista non solo di Ursula von der Leyen ma del gruppo del PSE e soprattutto se la segretaria continuasse a "inseguire" Conte, a quel punto potrebbe scattare la richiesta di un'assemblea straordinaria per un vero chiarimento politico. E lì i giochi non sarebbero facili perché se Franceschini si unisse ai prodiani, moderati e liberal pro-Gentiloni, Elly potrebbe finire in minoranza con clamorose dimissioni e un nuovo congresso e nuove primarie. Staremo a vedere. Impossibile fare previsioni, ma le tensioni sono fortissime.
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