Pd, scissione solo rimandata. La minoranza dem ha già il simbolo
Renzi non convince Bersani & C.
Renzi tende la mano all'opposizione interna al Pd, propone di aprire "in tempi certi" una discussione sull'Italicum, allarga la delegazione dem che dovra' trattare sulle modifiche, si dice pronto ad utilizzare il testo Fornaro-Chiti per l'elezione diretta dei senatori, ma per la minoranza dem non e' ancora abbastanza. L'avvertimento del presidente del Consiglio e' chiaro: "Chi vota no al referendum faccia i conti con la propria coscienza".
Il passo in avanti compiuto in direzione e' per far vedere che fino in fondo ha cercato di perseguire l'unita' del partito, ma il segretario aggiunge che "non terra' fermo il Paese" e denuncia che la minoranza dem gia' mette in conto la scissione, "hanno perfino pronto il logo", dice riferendosi alla costituzione dei comitati 'democratici per il no' a Roma e nel Lazio.
A meta' del guado, le aperture di Renzi non bastano, spiegano dalla minoranza. La richiesta e' che ci sia subito una proposta del Pd per modificare l'Italicum, "su spinta del governo", che prima del referendum arrivi "un atto concreto". Cuperlo apre le porte al segretario che dice si' alla discussione sui punti fondamentali della legge elettorale, ma Bersani e Speranza frenano.
Mentre i renziani, in realta', continuano ad esprimere perplessita' sulla possibilita' di cambiare radicalmente il sistema di voto, vanno all'attacco, "correzioni ma no a stravolgimenti". Nella direzione Pd dunque le varie aree del partito sono uscite allo scoperto. Cuperlo ha fatto un nuovo appello all'unita', "dopo se necessario ci divideremo", ma occorre ricercare la compattezza, avverte, comunque "voglio cogliere il segnale. Io penso sia giusto andare a vedere la sostanza delle parole che sono state pronunciate qui".
I 'ribelli' ammettono che il premier qualche passo avanti l'ha fatto ma nella sostanza il muro resta: la mano tesa e' arrivata fuori tempo massimo - questo il ragionamento - e non produce effetti reali prima della consultazione del 4 dicembre. Ecco perche' c'e' chi parla di "aria fritta". "Non sara' un colpo di teatro a cambiare le nostre posiizoni", spiega un senatore.
Quindi per ora resta il no, anche per dare "rappresentanza" a quel mondo di sinistra che non si riconosce per niente nel ddl Boschi. Il sentiero e' incerto, anche i 'rivoltosi' sono consapevoli che e' pieno di insidie. La strada anti-ddl Boschi presenta ostacoli non facili. Il rischio e' che porti alla scissione, anche se Bersani e Speranza hanno avvertito che la battaglia si fa all'interno del partito. Ci dovranno cacciare, hanno spiegato ai fedelissimi. Sinistra Italiana nel frattempo aspetta le mosse della minoranza dem. E ha pronta gia' l'offerta: ovvero la federazione delle sinistre. SI andrà a congresso dal 10 al 12 febbraio: "Non c'e' spazio per due sinistre - sottolineano fonti parlamentari -, occorre subito una riunificazione del campo".