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Politica
Programma elettorale Verdi e SI - Elezioni 2022, le proposte dei "rossoverdi"
Da sinistra: Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Eleonora Evi e Angelo Bonelli (Europa Verde)

18. L’ITALIA DEL MANGIARE SANO


L’agricoltura industriale, l’allevamento intensivo e i sistemi alimentari sono tra i principali responsabili di emissioni di gas serra, inquinamento dei suoli, delle acque e dell’aria e di sfruttamento di esseri viventi. L’agricoltura da problema può e deve diventare parte della soluzione per affrontare la crisi climatica, ecologica e la perdita di biodiversità. Purtroppo la riforma della PAC – Politica Agricola Comune – per il periodo 2022-2027 mantiene un sistema di erogazione dei sussidi pubblici a beneficio di un modello agricolo industriale ed intensivo. Per questo motivo i Verdi e la Sinistra al Parlamento europeo hanno sempre criticato aspramente la riforma e votato contro l’accordo finale. Le nuove strategie della Commissione europea “Dal Campo alla Tavola” e “Biodiversità 2030” indicano però importanti passi nella direzione giusta, tra i quali la riduzione drastica dell’uso di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici, maggiore spazio alla natura nei campi agricoli, aumento della superficie coltivata a biologico, misure che devono tradursi quanto prima in obiettivi vincolanti a livello europeo ed essere presenti nella revisione del Piano Strategico Nazionale per avviare una profonda e radicale conversione ecologica dell’agricoltura.

Una legge per fermare il consumo di suolo. A causa dell’agricoltura intensiva, urbanizzazione e la cementificazione, il suolo in Italia è costantemente minacciato e il consumo di questa risorsa preziosa viaggia alla velocità di circa 2 metri quadrati al secondo. Intendiamo arrestare il consumo di suolo e attuare un grande programma di difesa, contro frane e dissesti, mettendo il territorio in sicurezza, destinandovi una maggiore quota delle risorse del PNRR.

Un quinto del territorio nazionale è a rischio desertificazione. Il cambiamento climatico, con siccità prolungate alternate a intense precipitazioni e aumento repentino delle temperature, sta letteralmente divorando il territorio innescando processi come l’erosione delle coste, la diminuzione della sostanza organica dei terreni – anche a seguito di pratiche agricole intensive – e la salinizzazione delle acque. Per fronteggiare la siccitá proponiamo misure per tutelare questa risorsa preziosa, evitando sprechi, riducendo i consumi ed efficientandone l’uso attraverso misure quali: separazione delle reti fognarie da quelle per la raccolta dell’acqua piovana; utilizzo delle acque reflue depurate per usi agricoli e industriali, risparmiando sull’acqua destinata agli usi umani; adozione di un Piano operativo che tuteli il reticolo idrografico, attualmente sottoposto, in molte aree, a prelievi abusivi. Favorire l’agricoltura di precisione e l’agricoltura conservativa. Adozione di un approccio sinergico tra le misure volte alla riduzione del consumo di acqua e quelle di efficientamento energetico, in virtù della stretta correlazione che sussiste tra le due dimensioni (da un lato in ambito industriale si fa un grande uso di energia per estrarre, pompare, riscaldare, raffreddare, pulire e trattare l’acqua, dall’altra, la produzione di energia consuma immense quantità di acqua per scopi diversi come il raffreddamento, il riscaldamento, la pulizia o la produzione di energia idroelettrica. Risparmiare energia significa pertanto risparmiare acqua e viceversa); istituire una cabina di regia nazionale per l’emergenza idrica, al fine di monitorare costantemente lo stato di attuazione degli interventi di risanamento delle reti idriche; stoccare l’acqua nelle falde attraverso la ricarica controllata della falda, soluzione che determina un ventaglio ampio di benefici ecologici (falde più alte sono di sostegno a numerosi indispensabili habitat umidi, si previene la subsidenza indotta dall’abbassamento della falda, rilasciano lentamente acqua nel reticolo idrografico sostenendo le portate di magra, contrastano l’intrusione del cuneo salino) ed economici (i sistemi di ricarica controllata della falda costano in media 1,5€/m³ di capacità di infiltrazione annua, mentre per gli invasi i costi arrivano a 5-6€/m³ di volume invasabile). I sistemi di ricarica controllata consumano molto meno territorio ed è più facile individuare siti idonei.

Serve un ministero delle politiche alimentari. L’Alleanza Verdi Sinistra propone di passare gradualmente da una politica agricola a una “politica alimentare” che partendo da una politica agricola sostenibile sviluppi azioni per garantire la disponibilità di alimenti sani e salubri a fasce povere della popolazione.
Proponiamo un nuovo modello istituzionale di governance per l’agricoltura italiana. La riforma del Titolo V° della Costituzione ha assegnato alle Regioni il governo dell’agricoltura in Italia. Questa condizione pone il ministro dell’agricoltura in una condizione di debolezza istituzionale con una oggettiva difficoltà a sviluppare una qualsiasi politica che si voglia chiamare agricola. Per questo motivo AVS propone di riformare completamente il modello di governance sfruttando le indicazioni della Commissione che richiede una centralizzazione della gestione dei Piani di sviluppo rurale anche in quei Paesi (tra cui l’Italia) dove la gestione dell’agricoltura ha una struttura federale. In particolare, occorre riformare il funzionamento del “Tavolo Stato Regioni” dando poteri di intervento nuovi al ministro dell’agricoltura per poter svolgere una vera politica agricola, ambientale e alimentare per il Paese.

Riforma della filiera agricola
Proponiamo l’introduzione della Patente del Cibo per garantire che il cibo consumato sia prodotto nel rispetto dei diritti socio-lavorativi e della dignità di tutte le persone impegnate lungo la filiera del cibo (dai semi fino alla tavola) dell’ambiente (suolo e risorse idriche) e dei consumatori che hanno diritto ad un cibo biologicamente ed eticamente sano.

Un nuovo modello di filiera agricola. La volontà di sviluppare un modello produttivo agricolo più verde deve necessariamente considerare i) che i maggiori costi di produzione (o i minori redditi) non ricadano sugli anelli più deboli della filiera (gli agricoltori e i consumatori) e ii) evitare sprechi favorendo il riciclo e il riuso dei sottoprodotti in filiere alimentari interconnesse tra loro. L’obiettivo è di sviluppare azioni di governance delle filiere alimentari capaci di sostenere strategie di filiera e di innovazione tecnologica sostenibile a tutela delle aziende agricole, agroalimentari e dei consumatori. Per questo motivo AVS propone di completare e di varare una legge nazionale sull’Organizzazione Interprofessionale (OI) che dia slancio alle imprese della filiera rappresentate da Organizzazioni di Produttori (OP), dal lato dell’offerta, e da imprese industriali, dal lato della domanda. Questo strumento è già presente in molti Paesi UE (Francia, UK, Irlanda, Spagna, Grecia, Germania) ma non in Italia. L’interprofessione è il luogo della concertazione dove gli agenti “negoziano” le regole e l’introduzione di nuove tecnologie (tra cui quelle a tutela dell’ambiente e del benessere animale) tenendo in debito conto i costi di produzione e l’efficienza della filiera (da un punto di vista tecnologico, economico, organizzativo (es. la gestone degli sprechi) nei mercati nazionali e internazionali.


Biologico e filiera corta le nostre priorità. Proponiamo la nascita di modelli organizzativi innovativi e il rafforzamento delle filiere biologiche sul mercato locale. Uno dei maggiori limiti dell’agricoltura biologica e delle filiere corte (a km zero) è rappresentato dalla mancanza di strutture di governance capaci di concentrare l’offerta e sviluppare sinergie per la promozione dei prodotti in mercati (anche locali) fortemente aggressivi. L’obiettivo di AVS è di favorire la nascita di forme organizzative delle filiere alimentari biologiche (sotto forma di associazioni e di cooperative a forte contenuto sociale) capaci di concentrare l’offerta, favorire l’innovazione tecnologica, promuovere i prodotti e aumentare la competitività dei prodotti bio.


Mense pubbliche e private biologiche per tutte e tutti. Proponiamo la nascita di modelli di consumo virtuosi che promuovono l’acquisto di prodotti Bio a km zero in forma di procurement pubblico e privato. Questa politica nasce dal fatto che una parte consistente dei consumatori effettua il pasto principale fuori casa presso il luogo di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri e altro. Obiettivo di una politica alimentare (food policy) nazionale è garantire che anche fasce deboli della popolazione possano accedere a cibo di qualità (per le proprie caratteristiche intrinseche) favorendo al contempo le economie locali, soprattutto delle aree svantaggiate (es. la montagna). In presenza di strumenti di governo della filiera alimentare è possibile destinare parte del bilancio nazionale a sovvenzionare il consumo dei prodotti Bio e a KM-zero abbassandone il costo da parte delle imprese/istituzioni che devono distribuire cibo ai dipendenti o assistiti. Questo impegno finanziario è giustificato con i fini di questa politica: i) stimolare l’economia locale, ii) favorire la diffusione del biologico locale; iii) facilitare forme di governo delle filiere ma anche di sviluppo delle aree rurali, iv) facilitare l’accesso al cibo sano e salubre a fasce meno abbienti della popolazione.

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