Politica

Reddito alimentare, l'alternativa "anti-furbetti" al RdC

di Ezio Pozzati

Se vengono spesi circa 35 euro al giorno per i “migranti” (12.775 euro l’anno) perché non possiamo dare da mangiare alla nostre famiglie?

Che cos'è il reddito alimentare

Il Governo Meloni, fra i tanti suoi obiettivi, ha quello di alleviare le sofferenze quotidiane delle famiglie in condizioni di povertà assoluta che hanno raggiunto il ragguardevole numero di 1 milione 255 mila, una cifra che fa sicuramente riflettere. Per iniziare questo articolo mi sono avvalso di quella, che negli States, è chiamata Food Stamp, ebbene per aiutare queste persone sarebbe interessante che venisse applicato il sistema con uffici preposti all’assistenza delle famiglie perché, soprattutto nei comuni più piccoli, si sa chi è indigente e chi no.

Lo  SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program) e gli altri programmi di assistenza degli Stati confederati sono affidati a “contractor’’. I beneficiari compilano un modulo presso il “Food Stamp Office” locale oppure direttamente dal sito. La società privata apre un conto corrente online a suo nome, nel quale sono accreditati mensilmente tutti i sussidi. Al beneficiario è anche consegnata una carta con banda magnetica e PIN personale, spendibili in tutti i punti vendita convenzionati per l’acquisto di generi alimentari singolarmente autorizzati dallo SNAP Program. In alternativa, il beneficiario può chiedere la conversione in denaro contante, ovvero utilizzare il cash back. 

Ovviamente se si vuole applicare questo beneficio qualcosa bisogna copiare, per esempio la carta con banda magnetica e PIN che permetterebbe alla famiglia di fare acquisti nei supermercati convenzionati e senza accesso al cash perché non avrebbe senso. Se proprio vogliamo sostituire, parzialmente, il Reddito di Cittadinanza, direi che il Governo potrebbe optare per un importo medio a famiglia caricando la carta in base al numero dei componenti e magari anche per età. Non sono l’ufficio suggerimenti, ma in Italia i “furbi” sono ovunque e se ne fregano se il loro vicino è povero e non ha nulla da mangiare, con ovvia esclusione di chi si prodiga diuturnamente per il prossimo

Un’ultima cosa: se fosse per me lo estenderei anche ai senza tetto dato che il loro domicilio è presso il municipio. Concludo con una riflessione: se vengono spesi circa 35 euro al giorno per i “migranti” (12.775 euro l’anno) perché non possiamo dare da mangiare alla nostre famiglie? Persone più sensibili e più acculturate di me potrebbero suggerire al Governo altre applicabili soluzioni? Grazie.