Referendum, Berlusconi "aiuta" Renzi. Di nascosto
Perché Silvio Berlusconi ha incontrato a Roma, nel primo pomeriggio di mercoledì, Gianni Letta e Niccolò Ghedini?
Perché Silvio Berlusconi ha incontrato a Roma, nel primo pomeriggio di mercoledì, Gianni Letta e Niccolò Ghedini? Al contrario, nessun faccia a faccia con i capigruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, e al Senato, Paolo Romani. Certamente i tre hanno discusso della riorganizzazione del partito con Stefano Parisi che continua nel suo tour per l'Italia combattento giorno per giorno con i colonnelli della vecchia guardia azzurra.
Ma, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, al centro del vertice tra l'ex Cavaliere e i "moderati" Gianni Letta e Niccolò Ghedini c'era la strategia per mantenere aperto un canale, ovviamente ufficioso, con Palazzo Chigi e con la maggioranza renziana del Partito Democratico. Il Berlusconi che incontra Matteo Salvini e Giorgia Meloni e che invita a votare No per bocciare "una riforma anti-democratica" non è lo stesso Berlusconi che, dietro le quinte, studia come non far troppo male al presidente del Consiglio. Fedele Confalonieri, quindi le aziende di famiglia, Marcello Pera e Antonio Martino, quindi i fondatori storici di Forza Italia, hanno già dichiarato di votare sì il 4 dicembre.
E il summit con Letta e Ghedini è servito proprio a tenere aperto il sottile filo con Palazzo Chigi perché qualora Renzi dovesse recuperare e vincere la sfida del referendum l'ex Cav non vuole farsi trovare impreparato. Quindi, per poter poi avere un ruolo attivo con un premier fortissimo (se vince il Sì), non può appiattirsi al 100% sull'opposizione dura e pura alla Salvini-Meloni-Brunetta-Toti. Ed ecco spiegato perché in un pomeriggio romano di fine ottobre l'ex presidente del Consiglio ha incontrato il duo Letta-Ghedini e non i capigruppo Brunetta e Romani, schierati apertamente (più il primo del secondo) contro il Pd e le riforme del governo.