Politica
'Tutti insieme cambieremo l'Italia'. Il video elettorale di Renzi
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Il discorso è pronto. Messo a punto fino all'ultima virgola. "Cari italiani, care italiene. Le forze della conservazione, di sinistra e di destra, sono riuscite a bloccare il processo di riforme. Ma non vinceranno. Cambieremo insieme questo Paese. Andiamo alle urne, datemi una maggioranza ampia e rinnoveremo l'Italia facendola grande in Europa e nel mondo". Recita più o meno così il testo del video-messaggio che Matteo Renzi è pronto a diffondere nel caso in cui a Palazzo Madama il ddl Boschi sulle riforme costituzionali subisse un clamoroso stop, magari con l'ok anche a un solo emendamento che reintroducesse il Senato elettivo. Il premier tira dritto e non intende cedere, convinto che alla fine non tutti i senatori della sinistra Pd, ma nemmeno molti di Forza Italia, vogliano rischiare la poltrona portando il Paese alle elezioni. Ma il capo del governo non vuole farsi trovare impreparato.
Se davvero succedesse quello che nessuno nella maggioranza dei Democratici prevede (almeno a microfono acceso) le dimissioni da presidente del Consiglio di Renzi sarebbero immediate con la richiesta al Capo dello Stato di scioglimento delle Camere e nuove elezioni politiche a febbraio del prossimo anno, dopo aver messo al riparo il Paese con una legge di Stabilità che ovviamente sarebbe solo di ordinaria amministrazione. Il leader del Pd è pronto ad accusare la minoranza interna e le opposizioni di non averlo lasciato governare e di avere impedito non solo il completamento delle riforme istituzionali ma anche e soprattutto l'avvio della nuova riduzione della pressione fiscale (stavolta sulla casa).
Renzi vuole cogliere in contropiede sia Grillo, che ha ancora bisogno di tempo per rafforzare e consolidare il M5S, sia il Centrodestra, con Salvini incerto se abbracciare Berlusconi o tentare l'Opa sui moderati. La campagna elettorale del premier sarebbe tutta all'attacco e il fiore all'occhiello sarebbero i primissimi dati positivi sul fronte della crescita (pil rivisto al rialzo e tasso di disoccupazione in calo). Se la legge elettorale rimanesse quella appena varata, e magari estesa anche al Senato, un'ampia fetta dell'Ncd, Alfano in testa, entrerebbero nelle liste del Pd mentre la sinistra interna sarebbe espulsa e accompagnata fuori dal Nazareno. Tra qualche settimana sapremo la verità. Renzi è pronto, ad ogni evenienza.