Governo, Verdini-Tosi 'stampelle' di Renzi. Pronte le 'ricompense'
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Tutto come previsto. L'Aula del Senato ha bocciato la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni (M5S, Forza Italia e Lega Nord) al governo Renzi sullo scandalo delle banche. Di fatto, nonostante le dichiarazioni ufficiali che arrivano dal Pd, è nata una nuova maggioranza. L'esecutivo del segretario del Pd ha ottenuto il sostegno dei verdiniani del Gruppo Ala e delle tre senatrici di Fare! (dopo che martedì pomeriggio Flavio Tosi ha incontrato a Roma lo stesso presidente del Consiglio). Il passaggio parlamentare a Palazzo Madama certifica senza ombra di dubbio che da oggi Renzi non ha soltanto l'appoggio di Area Popolare (Alfano-Casini) e degli ex montiani di Scelta Civica, ma anche di Verdini e Tosi.
Come anticipato da Affaritaliani.it, né Ala né Fare! entreranno direttamente nell'esecutivo, d'altronde non conviene nemmeno al premier, per non scatenare l'ira della minoranza dem, e anche Alfano sarebbe contrario perché ci sarebbe l'inevitabile ridimensionamento di Area Popolare. Si andrà avanti fino al referendum costituzionale del prossimo autunno con le due "stampelle" - Ala e Fare! - che di fatto garantiscono un appoggio esterno a Renzi, ovviamente a Palazzo Madama dove i numeri sono più risicati. Ma dopo aver "ricompensato" i verdiniani con le tre vice-presidenze di Commissione, il premier sta già pensando alla seconda "ricompensa" per i due gruppi alleati dell'esecutivo.
Il punto chiave sono le prossime elezioni politiche, che si terranno quasi certamente a febbraio-marzo 2017, comunque vada la consultazione referendaria. In questi mesi si cercherà di modificare l'Italicum per consentire la formazione di coalizioni (al momento il premio di maggioranza è solo per il primo partito). In questo caso si costituirebbe un raggruppamento di centro (Area Popolare-Scelta Civica-Ala-Fare!) che correrebbe alleato del Pd alle Politiche. Se invece non si riuscisse a cambiare la legge elettorale (non tutto il Pd è d'accordo e anche il segretario-premier ha dei dubbi), nelle liste democratiche ci sarebbe spazio per gli alleati di centro. Si parla di un 10% di posti riservato ad Area Popolare, l'8% ad Ala e il 3-4% a Scelta Civica e Fare!. Alla luce di questo scenario si capisce chiaramente perché verdiniani e tosiani si sono schierati contro le opposizioni salvando così Renzi e il Pd. Tutto si tiene.