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Politica
Riforma Cartabia del processo civile: tutte le criticità

La riforma complica tutta una serie di adempimenti soprattutto per gli avvocati



Tutti lo definirono il governo dei migliori, ma in realtà - sotto alcuni aspetti - è stato forse quello dei peggiori. Sto parlando del governo Draghi, quello che - tra super green pass e cose varie - ha anche portato a compimento la riforma sia del processo penale che di quello civile. Dal 28 febbraio di quest’anno, infatti, in anticipo di quattro mesi rispetto a quanto originariamente previsto, è entrata in vigore la riforma del processo civile targata "Cartabia", dal nome dell'ex Ministro della Giustizia del precedente esecutivo. Su legge delega del Parlamento n. 206/2021, il governo Draghi ha poi adottato il D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, attuativo appunto della delega parlamentare. Pochi giorni prima dell'insediamento dell'esecutivo Meloni.

In sostanza si tratta di una riforma complessivamente inutile. Invece di semplificare la vita a giudici e avvocati, la riforma complica tutta una serie di adempimenti soprattutto per gli avvocati. Un esempio su tutti, la redazione del nuovo atto di citazione. Il nuovo articolo 163 c.p.c. prevede una serie di indicazioni obbligatorie da inserire all'interno dell'atto introduttivo che non fanno altro che appesantire l'atto stesso senza il raggiungimento di alcuno scopo concreto. Penso ad esempio all'obbligo per l'attore di indicare, tra gli avvertimenti al convenuto, che la difesa tecnica è obbligatoria (a che serve?), oppure all'indicazione chiara e specifica degli elementi di diritto (come se il diritto lo decidessero le parti e non il giudice) o anche all'indicazione necessaria se sono state assolte o meno le condizioni di procedibilità nel caso queste fossero obbligatorie, come ad esempio la mediazione o la negoziazione assistita (su queste ha sempre e comunque controllato il giudice, quindi è una perdita di tempo). Per non parlare del nuovo processo semplificato introdotto dall'art. 281 decies e segg. cpc, che si introduce con ricorso ma a cognizione “ordinaria” (non più “sommaria” come invece lo era il precedente previsto dall'art. 702 bis cpc, che peraltro aveva funzionato benissimo). Ma questi sono solo alcuni esempi, di criticità ce ne sono tante altre.

A spiegarne le principali ci ha pensato l'avvocato Giuseppe Palma in questo suo libretto di contenuto essenziale, edito su Amazon soltanto in formato e-book, dal titolo "Critica alla riforma Cartabia del processo civile. I principali aspetti di criticità ". Un lavoro a cui ho contribuito anch’io, nella redazione degli articoli comuni, ma che il volumetto ha reso ora molto più efficace. Un lavoro certo minimo, ma utile soprattutto al legislatore e al governo per correre ai ripari. Così com'è, in effetti, la riforma non può funzionare. Iscriviti alla newsletter

Tags:
riforma cartabia





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