Politica

Caso Ilaria Salis: Mauro Corona distrugge il Pd a “È sempre Cartabianca”

Di Giuseppe Vatinno

"Candidarla è una proposta un po' azzardata"

Caso Ilaria Salis: Mauro Corona distrugge il Pd a “È sempre Cartabianca”

 

Finalmente una voce chiara e netta sul caso Salis.

Ieri durante la puntata di “È sempre Cartabianca”, Mauro Corona ha letteralmente impallinato il Partito democratico.

È noto che la Schlein segua con voglioso interesse l’intera vicenda fin dall’inizio, da quando ha intravisto opportunisticamente la possibilità di raccattare qualche voto in più per le Europee prossime venture.

Del resto non è nuova a questo tipo-diciamo così- di interessi. Basti pensare al caso –per certi versi analogo- di Elena Cecchettin e di suo padre Gino, sulle cui candidature sì è spesso parlato.

Si tratta di un modo di fare politica molto negativo, ricordiamo il caso del professor Toni Negri, detenuto in carcere, che fu fatto eleggere dai Radicali in Parlamento per le note vicende e poi scappò lestamente in Francia, dove ha pure insegnato all’Università.

La Schlein non ha certo il carisma dei suoi predecessori ma comunque è attratta da qualsiasi cosa “faccia cassa” e questo la porta ad inseguire tale tipo di vicende. In generale, questo modo di procedere è tipico della sinistra.

Si pensi anche al caso di Ilaria Cucchi eletta in Parlamento nel 2022 con Avs, dopo averci provato inutilmente con Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia nel 2013.

Ma torniamo al rude ma simpatico alpinista.

Alla domanda precisa di Bianca Berlinguer di cosa ne pensi del caso della maestra lombarda detenuta in ceppi e catene a Budapest parte a spron battuto:

"Ultimamente il Pd è maestro nel farsi male. Candidare quella ragazza lì potrebbe anche portare voti ma io la candiderei se, una volta eletta, potesse uscire dalla situazione in cui si trova. Ma quella di candidarla è una proposta un po' azzardata perché poi verrebbero attaccati da tutti. Uno si candida quando è una persona per bene, quando non ha pendenze giuridiche. Mi sembra che si facciano male. L'abbiamo visto anche con Aboubakar Soumahoro che si sono fatti male. Loro vivono di entusiasmi istantanei ma bisogna valutare chi candidare e nel futuro cosa porterà alla sinistra questa candidatura. Bisogna ragionare lontano non nell'enfasi del momento”.   

Insomma, la dardata di Corona centra il segno e dice quello che molti pensano ma non possono dire e cioè che “il re è nudo”, nel senso che ci sono elementari problemi a candidare chi ha pendenze giuridiche e anche condanne pregresse. Corona poi si allarga un po’ troppo pericolosamente ma schiettamente quando dice che “uno si candida quando è una persona per bene”, venendo un po’ meno al dettato Costituzionale sui tre gradi di giudizio.

Tutto questo è detto da una persona di sinistra, sia pur estremamente indipendente, che è poi una sorta di buona coscienza che non esiste più, una sinistra dei tempi andati che aveva pienamente il senso dello Stato e sapeva quello che era conveniente e quello che non lo era, anche e soprattutto dal punto di vista strettamente istituzionale.

Peraltro, come abbiamo già scritto, questa continua tensione a cui il padre Roberto Salis sta sottoponendo l’Esecutivo e addirittura il Presidente della Repubblica non è certo una buona strategia nei confronti di un Paese, l’Ungheria, che ha fatto più volte notare come sia indipendente e come sia doppiamente indipendente la magistratura dal potere politico.