Politica
Salvini rilancia l'uscita dall'Europa. Il coronavirus cambia anche la Lega
Salvini: "Dopo l'emergenza coronavirus serve un ripensamento dell'Unione europea"
Non lo dice in maniera chiara. Non evoca la via britannica e la Brexit di Nigel Farage, ma l'emergenza coronavirus sta riportando Matteo Salvini verso l'ipotesi dell'Italexit. Per la seconda in pochi giorni il leader della Lega evoca l'uscita dell'Italia dall'euro e dall'Unione europea, capitolo che prima dell'epidemia da Covid-19 sembrava definitivamente archiviato. "Alla faccia dell'Unione. Quando altri hanno bisogno, gli italiani devono pagare, quando l'Italia ha bisogno gli altri chiudono porte e portafogli. Finita l'emergenza sanitaria, occorrerà ripensare e ricostruire tutto, a partire da Bruxelles", ha affermato Salvini commentando le notifiche di Francia e Germania alla commissione Ue di bloccare l'esportazione di materiale sanitario in altri Stati membri (principalmente mascherine).
In due settimane di coronavirus il quadro politico si rivoluziona ed è così che il segretario del Carroccio, step by step, mette da parte quella svolta europeista e giorgettiana che lo aveva portato ad assicurare di non lavorare per l'uscita del nostro Paese dall'Ue. In realtà si tratta di un ritorno alle origini, a quella campagna elettorale per le elezioni europee del 2014 che aveva portato l'ex ministro dell'Interno a girare l'Italia insieme a Claudio Borghi con il 'Bastaeurotour' parlando di euro come "moneta criminale" paragonando l'Unione europea all'Unione Sovietica.
Dietro la svolta salviniana ci sono probabilmente anche i sondaggi: la Lega sta perdendo un po' di consensi dall'inizio della crisi e la scarsa o nulla solidarietà degli altri paesi europei potrebbe essere un'ottima arma per risalire la china. Con il ritorno all'Italexit è evidente che nella Lega riacquistano peso e valore politico figure euroscettiche che sembravano un po' in ombra ultimamente, come lo stesso Borghi, Alberto Bagnai e l'europarlamentare Antonio Maria Rinaldi. Ad uscire sconfitta è la linea moderata di Giorgetti e di coloro che in Via Bellerio avevano salutato positivamente l'addio all'Italexit.